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Il 18 dicembre è la Giornata Internazionale del Migrante, proclamata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2000 per sensibilizzare l'opinione pubblica sui diritti dei migranti e promuovere l'accoglienza e l'integrazione senza discriminazioni.
Come FILT CGIL provinciale Macerata in linea con i nostri valori, intervengono il segretario Angelo Ceccarelli ed il membro della segreteria Nicola Serrani, riteniamo utile utilizzare questo appuntamento per proporre una riflessione sulla migrazione, sulla sua storia ed evoluzione sociale e giuridica, sulla sua narrazione spesso tossica, sull’integrazione come pratica di nuova cittadinanza, fino all’impatto all’interno della nostra organizzazione sindacale. E’ importante non dimenticare mai che dietro i numeri ci sono sempre persone, famiglie e vite: l’umanità stessa è il frutto della migrazione dei nostri avi preistorici. Questa ricorrenza è l’occasione per capovolgere la narrazione sul tema della migrazione, che nel povero dibattito pubblico significa sbarchi, invasione, emergenza, ordine pubblico: parliamo di persone, famiglie, vite che emigrano per cercare una vita migliore, come i nostri bisnonni un tempo e i nostri figli ancora oggi. Sul piano sindacale, poniamo l’accento sull’aspetto del lavoro come chiave d’accesso all’integrazione, grazie al quale è possibile diventare parte attiva di una società che valorizza e non discrimina, imparare la lingua e conoscere la sua cultura.
Un lavoro è la porta d’accesso per chi arriva, così come lo sarà la scuola per i suoi figli. Ventiquattro anni dopo la sua istituzione, celebriamo il 18 dicembre, in un contesto in cui la cooperazione e la solidarietà tra i popoli rappresentano ancora un’utopia e le politiche nazionali ed europee invece di facilitare il già tormentato percorso di chi fugge da guerre, persecuzioni, miseria e devastazioni ambientali, creano ulteriori ostacoli, con il risultato di non garantire la protezione e la sicurezza di cui avrebbero diritto, come stabilito dalle Convenzioni internazionali. Come FILT CGIL abbiamo il dovere di tutelare i diritti di tutte le lavoratrici e i lavoratori: invece di parlare di diritti umanitari e di come garantirli, a partire dall’articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani che sancisce il diritto di ogni individuo di lasciare qualsiasi paese, il nostro governo si occupa delle migrazioni utilizzando termini come ‘invasione’ e ‘sostituzione etnica’. Anziché garantire l’inclusione e investire in modo strutturale sul sistema di accoglienza, quest’ultimo viene depotenziato con provvedimenti dal tenore securitario, dalla militarizzazione delle frontiere e si mette in atto un incomprensibile accanimento contro le categorie più vulnerabili, a partire dai minori non accompagnati: basti pensare all’attivazione del costosissimo e fallimentare accordo con l’Albania che prevede che le persone migranti soccorse dalle nostre autorità nel Mediterraneo non siano portate in un porto sicuro in Italia, ma in Albania appunto. Occorre lavorare ad un modello diverso di integrazione che garantisca, così come indicato anche nella nostra Carta costituzionale, i diritti a chi prova a emigrare, a chi già vive, lavora e studia nel nostro Paese.
Occorre un cambio culturale e sociale che consideri la diversità una ricchezza e non un terreno di scontro su cui alimentare paure; va favorita l’inclusione dei lavoratori immigrati, che già oggi contribuiscono in maniera determinante alla tenuta economica e sociale italiana: solo percorrendo questa strada arriveremo verso il pieno riconoscimento dei diritti dei migranti e quindi a riconoscere finalmente il significato reale di questa giornata.