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Una lettera d'amore, con tanto di proposta di matrimonio, ha destato scalpore nelle ultime settimane. La destinataria è Alessia Pifferi, la donna condannata all'ergastolo la scorsa primavera per la tragica morte della figlia Diana, di appena 18 mesi. La vicenda è emersa durante una puntata della trasmissione Quarto Grado, che ha mostrato non solo la missiva del misterioso mittente, ma anche una presunta risposta della Pifferi: «Mi chiedi se ti voglio sposare? La mia risposta è sì! Voglio diventare tua moglie».
Tuttavia, l'avvocata della donna, Alessia Pontenani, ha prontamente smentito la possibilità di un matrimonio, dichiarando il giorno successivo alla trasmissione: «Non ci sarà nessun matrimonio».
La notizia giunge a pochi giorni dalla prima udienza del processo in Corte d'Assise d'Appello, fissata per il 29 gennaio a Milano. La difesa chiede una revisione della condanna all'ergastolo, avanzando possibili dubbi sulla capacità di intendere e volere della Pifferi al momento dei fatti.
Il ruolo della lettera nel processo
Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Giorno, tra le strategie della difesa potrebbe esserci quella di dimostrare l'incapacità di discernimento dell’imputata. La questione della proposta di matrimonio e le circostanze legate alla lettera ricevuta potrebbero assumere un ruolo chiave in questa direzione.
Il contenuto della lettera
Stando a Quarto Grado, la lettera sarebbe stata recapitata ad Alessia Pifferi il 24 agosto, giorno del suo compleanno. L’autore, un uomo sconosciuto, avrebbe espresso un'inquietante ammirazione per il gesto che ha portato alla condanna della donna, affermando: «Mia cara Alessia, hai fatto bene a lasciar morire la tua piccola Diana».
Questo episodio aggiunge ulteriore complessità a una vicenda che ha già sconvolto l'opinione pubblica e che ora si arricchisce di nuovi elementi, destinati a essere esaminati nel corso del procedimento giudiziario.