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Il Rapporto Censis 2024 traccia un quadro dell’Italia sospesa in una “sindrome del galleggiamento”. Una condizione che, pur riflettendo un’immobilità preoccupante, cela anche opportunità, a patto che si scelga di abbandonare le consuete soluzioni temporanee. «Ci adattiamo come legni storti e ci rialziamo dopo ogni inciampo, ma la spinta verso un maggiore benessere si è affievolita», si legge nel documento.
Negli ultimi vent’anni (2003-2023), il reddito disponibile lordo pro capite si è ridotto in termini reali del 7%, mentre nell’ultimo decennio la ricchezza netta pro capite è calata del 5,5%. Nonostante il turismo in crescita, l’industria soffre, e sebbene ci sia più lavoro, il Pil non decolla. La carenza di personale in diversi settori e un sistema di welfare sotto pressione aggravano la situazione.
In un mondo in cui «le barche non salgono e non scendono più tutte con la stessa marea», l’Italia rischia di non riuscire a padroneggiare le trasformazioni in corso. La staticità si riflette anche nel senso di sfiducia sociale: l’85,5% degli italiani ritiene quasi impossibile migliorare la propria posizione sociale. La conseguente spirale di frustrazione e senso di impotenza, pur non sfociando in rabbia violenta, limita il dinamismo del Paese.
Il calo demografico accentua il problema. Dal 2008 al 2023 si sono registrate circa 200.000 nascite annue in meno (-34,1%), in gran parte dovute alla riduzione delle donne in età fertile (-16,6%). Questa tendenza, avverte il Censis, è destinata a perpetuarsi anche con un’improbabile inversione del tasso di fecondità.
La diminuzione degli eredi concentrerà le eredità, con potenziali effetti psicologici negativi: attese di successioni potrebbero ridurre la propensione al rischio e all’intraprendenza, favorendo la mentalità del “rentier”.
Le famiglie della “generazione silenziosa” e dei baby boomer detengono il 58,3% della ricchezza netta nazionale. I baby boomer, in particolare, rappresentano il 35,4% delle famiglie ma possiedono il 43,3% del patrimonio.
Il Rapporto Censis 2024 invita a interrompere questa spirale di immobilismo con uno slancio di ottimismo e intraprendenza. Solo così sarà possibile superare una trappola fatta di risentimento e attese paralizzanti, restituendo al Paese una spinta verso il progresso.