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''Oggi la situazione della distribuzione è drammatica: molti impianti hanno da mesi azzerato vendite e ricavi e, se non verranno messi in atto adeguati correttivi, saranno costretti a chiudere i battenti''. Lo afferma Assogasmetano in audizione nelle commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera, impegnate nelll'esame del decreto legge energia. I costi del gas naturale, secondo l'associazione, ''sono incrementati di 10 volte ed il costo dell'elettricità, necessaria per la compressione/erogazione del gas, è più che quadruplicato''.
Ne consegue che anche gli oneri fiscali (Iva) pagati dagli utenti ''sono saliti in eguale misura, facendo levitare il prezzo alla pompa in maniera tale da renderlo, di fatto, non attrattivo per l'utenza che ha scelto il metano per la sua sostenibilità economica ed ambientale'', spiega Assogasmetano. Già ora, in alcune zone del Paese, ''i gestori piuttosto che applicare prezzi esorbitanti alla pompa (4-5 euro al kg), preferiscono chiudere l'impianto, con grave disagio alla nostra utenza, composta di oltre 1 milione di utenti, prevalentemente famiglie a medio e basso reddito''. ''Il settore della distribuzione metano sta vivendo da mesi una situazione drammatica'', ribadisce Assogasmetano. Già a settembre dello scorso anno ''abbiamo lanciato l'allarme ed abbiamo chiesto un incontro con il governo per identificare soluzioni e strategie e misure atte a calmierare i prezzi, purtroppo, sino ad ora, senza esito''. L'associazione auspica ''un intervento urgente per salvare un settore, ritenuto da tutti fondamentale per il processo di decarbonizzazione dei trasporti e per la transizione ecologica''.