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L'italiano che vive in Ucraina: "Ma quale guerra? Qui gli uomini pensano a comprare fiori per San Valentino"
14 Febbraio 2022

E' San Valentino anche a Konotop, città dell'Ucraina a 50 chilometri dal confine russo. Molto più vicina a Mosca, ''nella simpatia'', di quanto non lo sia a Kiev, ''una megalopoli che ha uno stile di vita europeo''. Qui ''c'è un forte sentimento filo russo'' perché ''essendo una città di confine in molti ogni giorno prendono il treno e vanno a lavorare in Russia. O hanno figli o mariti in Russia''. Ma oggi ''tutti gli uomini della città si stanno affrettando a comprare i fiori per le loro donne'', come racconta Loris, pensionato emiliano che tre anni fa ha deciso di lasciare l'Italia per trasferirsi in Ucraina. ''Stamattina sono andato al bar come sempre a prendere il caffè e le ragazze mi hanno fatto gli auguri di San Valentino. Per strada sono stati allestiti diversi banchetti con i fiori e idee regalo. E' una bella giornata e non c'è alcun allarmismo, nessuno pensa alla guerra'', ha aggiunto.

 

''Fino a che non scappano i deputati ucraini siamo in una botte di ferro'' ha aggiunto Loris che ha appena acquistato una casa a Kiev dove trasferirsi. ''Non siamo qui in villeggiatura e io, come tutti gli italiani che conosco e che vivono qui, non abbiamo intenzione di tornare in Italia. In Italia dove poi?'', si chiede. ''Non sono uno sprovveduto. Qui ho i miei investimenti, mia moglie si informa in continuazione sulla stampa ucraina e russa, lo stesso Zelensky ha detto di abbassare i toni. Mi sembra tutta una situazione montata ad arte e pilotata da Biden'', aggiunge. In contatto con gli italiani che vivono in Ucraina, e che ''sono molti di più dei tremila che dice la Farnesina perché tanti per motivi fiscali o ragioni personali non hanno preso la residenza'', Loris dice che ''da alcuni di loro che vivono qui da più tempo di me ho saputo che nel 2014 la situazione era diversa. Si respirava un clima difficile a Kiev. I carri armati erano nel centro della città e in periferia. Oggi è diverso, siamo tutti tranquilli''. E ''quello che ci lascia più allibiti sono gli allarmi che provengono da fuori''.

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