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Marche - Sisma del 9 novembre, la spiegazione del professor Tondi
09 Novembre 2022
A spiegare tecnicamente la dinamica dello sciame sismico iniziato questa mattina alle 7.07 con la scossa al largo di Fano, è il professor Emanuele Tondi dell'Università di Camerino.
 
"Alle 7.07 del 9 novembre 2022 si è verificato un terremoto di Magnitudo momento Mw=5.5 con epicentro a 35 km al largo della costa di Pesaro (http://iside.rm.ingv.it/) e ipocentro localizzato ad una profondità di 8 km. Non ci sono stati “foreshocks”, cioè terremoti che spesso precedono la scossa principale (detta mainshocs), mentre" spiega il professor Tondi "pochi minuti dopo si sono verificati altri due terremoti di magnitudo locale Ml = 5.2 e Ml = 4.0 ed è attualmente in corso una lunga serie di repliche minori (aftershocks) (Fig. 1).
Da un punto di vista geodinamico, il terremoto è generato dal movimento associato alla subduzione della placca adriatica al di sotto dell’Appennino, in crescita in questo settore della costa marchigiana. Nella sezione litosferica schematica (Fig. 2; gentilmente concessa dal prof. Carlo Doglioni) sono evidenziate le faglie responsabili dei terremoti del 30 Ottobre 2016 (Mw=6.5) con epicentro a Norcia (Umbria) in Appennino e del 9 Novembre 2022 (Mw=5.5) con epicentro a largo della costa di Pesaro in Adriatico.
La faglia che ha generato il terremoto in Appennino è una faglia diretta (Fig. 3) , mentre la faglia che ha generato il terremoto a largo della costa marchigiana è una faglia inversa (Fig. 4) .
 
Si attivano in risposta a campi di sforzo differenti, determinando estensione in Appennino e contrazione lungo la costa adriatica.
L’area è stata in passato interessata da terremoti anche più forti, si ricorda quello del 1916, poco più a nord, nella costa riminese e quello del 1930, a Senigallia, tutti e due di magnitudo stimata Mw=5.8 (https://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/). Una descrizione accurata degli effetti sul costruito dell’epoca è presente nel catalogo CFTI di INGV: 1916 riminese https://storing.ingv.it/cfti/cfti5/quake.php?25486IT; 1930 Senigallia https://storing.ingv.it/cfti/cfti5/quake.php?25486IT.
Le faglie attive che generano terremoti in questo settore del fronte appenninico sono presenti e caratterizzate nel database DISS di INGV (Fig. 5; https://diss.ingv.it/) Quando un forte terremoto avviene in mare c’è la possibilità che si verifichi anche uno tsunami (Fig. 6).
Tuttavia, affinché si formino onde anomale nel mare, la deformazione del fondale marino deve essere importante e/o la faglia deve arrivare in superficie e dislocare il fondale stesso. Generalmente queste condizioni si verificano per magnitudo Mw ≥ 6.0.
Il video è una elaborazione di Tiziano Volatili su 3D MOVE che rappresenta in 3D gli ipocentri della sequenza in corso (dati da http://iside.rm.ingv.it/) con inclusi i dati geologici disponibili (Pierantoni et al., 2019; Conti et al., 2020) a terra e mare e le faglie presenti nel database DISS".
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