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Marche - Sisma nella notte, il prof. Tondi: "Necessari approfondimenti, ma l'area può generare terremoti più forti"
21 Febbraio 2023
Potrebbe essere una faglia attiva quella che la notte scorsa ha fatto nuovamente piombare nella paura la provincia di Macerata e i cittadini che gravitano nel cratere sismico del 2016. Una faglia attiva che, potenzialmente, sarebbe capace di generare terremoti anche più forti di quello avvertito ieri notte.
A dirlo è il prof. Emanuele Tondi, geologo e responsabile della Sezione di Geologia della Scuola di Scienze e Tecnologie di Unicam.
 
 
 
 
 
 
 
"Alle ore 1:07 si è verificato un terremoto di magnitudo Ml=3.8 con epicentro tra Treia e Pollenza in provincia di Macerata. Nelle ore successive" scrive Tondi "numerosi piccoli terremoti (aftershocks) hanno seguito l’evento principale. Le accelerazioni al suolo (percepite come scuotimento) rientrano nei valori previsti dalle mappe di pericolosità sismica del territorio regionale.
I dati sono disponibili nel sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - INGV www.ingv.it, http://cnt.rm.ingv.it/)
 
 
 
 
L’area, tuttavia, può generare terremoti anche più forti. Nel 2002, la Regione Marche finanziò un progetto di microzonazione sismica innovativa a cui parteciparono enti di ricerca (INGV, OGS) e alcune Università, tra cui l’Università di Camerino. Il progetto era innovativo perché prevedeva l’individuazione e caratterizzazione delle faglie attive di riferimento e la successiva simulazione del terremoto massimo atteso, con la registrazione di sismogrammi sintetici al suolo (Simulazione del Moto del Suolo – SMS). Su quest’ultimo aspetto, i risultati sono pubblicati sulla seguente rivista scientifica: Laurenzano G., Priolo E., Tondi E. 2008. 2D numerical simulations of earthquake ground motion: 5 examples from the Marche Region, Italy. Journal of Seismology, 12 (3), 395-412. Disponibile al seguente link di Google drive: https://drive.google.com/.../1GF9_hZU7EH2c42.../view...
 
 
 
 
 
 
Nel lavoro viene ipotizzata una faglia attiva, con cinematica diretta, immediatamente ad est della dorsale Treia-Pollenza, orientata nord-ovest/sud-est ed immergente a nord-est. Sulla base delle sue dimensioni fu stimata una magnitudo massima attesa tra 5.5 e 5.7. Si tratta di una sezione geologica crostale modellata ad elementi finiti, praticamente uno spaccato verticale che dalla superficie arriva a 10 km di profondità, dove sono incluse le caratteristiche geologiche e fisiche dei terreni, delle formazioni rocciose e le strutture (pieghe e faglie) presenti nel sottosuolo di Treia e Pollenza. Tuttavia, sia per confermare o meno l’attività recente della faglia di Treia-Pollenza che eventualmente il suo potenziale sismogenico, sono necessari ulteriori studi e approfondimenti, in particolare con le nuove conoscenze e tecnologie sviluppatesi nel frattempo.
Ricordo sempre che è possibile convivere con i terremoti ma non con il rischio associato, quindi è necessario verificare le caratteristiche strutturali e geologiche di fondazione degli edifici che si abitano e frequentano chiedendo al proprio progettista e geologo di fiducia.
 
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