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Marche - Terremoti nel mare Adriatico, la spiegazione del professor Tondi
09 Giugno 2022
In relazione si terremoti che hanno interessato oggi le Marche, interviene il professor Emanuele Tondi, geologo e docente presso l'Università di Camerino.
Di seguito la sua spiegazione
 
Alle 13:18 del 9 giugno 2022 si è verificato un terremoto di magnitudo Ml=4.1 con epicentro a 9 km al largo di Cupra Marittima tra San Benedetto del Tronto e Pedaso e una profondità ipocentrale di 11 km. Questo evento sismico è stato seguito, pochi minuti dopo, da altri due terremoti di magnitudo Ml=2.4 e 3.0 con epicentro circa 10 km più ad est rispetto al primo e profondità ipocentrale tra 30 e 26 km, rispettivamente (dati e mappa da: www.ingv.it).
Lungo la costa marchigiana a sud di Ancona la pericolosità sismica è minore rispetto alle zone interne appenniniche ma ci sono comunque faglie attive che hanno già generato in passato terremoti importanti, come quello del 1987 di magnitudo 5.1, con epicentro sempre in mare, poco al largo di Porto San Giorgio. Anche in queste zone è quindi importante essere preparati ad affrontare nel migliore dei modi una eventuale emergenza sismica e ad attivarsi per la prevenzione, verificando la vulnerabilità sismica di edifici ed infrastrutture. Se non si è sicuri della propria abitazione, è necessario rivolgersi al proprio progettista per una valutazione.
L’elaborazione dei dati sismologici (meccanismi focali) sia del terremoto del 1987 che di quest’ultimo ci mostrano che le faglie attive in quest’area sono di tipo "inverso", differenti da quelle che generano i terremoti lungo la dorsale appenninica che, invece, sono di tipo "diretto". Le prime si formano e/o attivano in regime tettonico contrazionale, il blocco di roccia che si trova sopra al piano di faglia si solleva rispetto all’altro, determinando un raccorciamento orizzontale e un allungamento verticale dell’ammasso roccioso. Le seconde l’opposto: si generano e/o si attivano in regime tettonico estensionale, il blocco di roccia che si trova sopra al piano di faglia si abbassa rispetto all’altro, determinando un allungamento orizzontale e un raccorciamento verticale.
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