Cliccando sul pulsante "Accetta tutti i cookie": l’utente accetta di memorizzare tutti i cookie sul suo dispositivo.
Cliccando su "Impostazioni cookie": l’utente sceglie le tipologie di cookie che saranno memorizzate nel suo dispositivo.
Non intende aderire alla Legione Internazionale di Difesa Territoriale dell'Ucraina, unità di volontari stranieri annunciata dal presidente ucraino Zelensky per combattere al fianco delle forze nazionali contro le milizie russe, il "combattente" Karim Franceschi, classe 1989, l'attivista di Senigallia (Ancona), che nel 2015 e nel 2016 andò in Siria a sfidare l'autoproclamato Stato Islamico arruolandosi nell'Unità di Protezione Popolare (Ypg).
Aveva combattuto assieme ai curdi e ai siriani, prima a Kobane e poi a Raqqa.
Franceschi, uno dei pochissimi italiani a recarsi in Siria contro l'Isis, ha detto all'ANSA che non parteciperà ad alcuna azione militare in Ucraina. "La situazione è complessa - ha spiegato - perché tra queste brigate internazionali ci sono diversi miliziani volontari che si rifanno a ideologie di estrema destra, quando non dichiaratamente neonazisti. Lo stesso nome scelto, 'legione', mi preoccupa molto, anche perché in esso sono confluiti tanti militari che si rifanno alla supremazia bianca propagandata dal Battaglione Azov che era già operativo nel 2014 e da altre formazioni paramilitari. Tante persone, come me, che hanno preso parte ai combattimenti tra le file dell'Ypg - ha aggiunto -, stanno prendendo le distanze da questi soldati che da tempo diffondono il loro messaggio anche attraverso delle piattaforme messe loro a disposizione. E' ovvio che non tutte le milizie ucraine sono affini a queste personalità neonaziste, ma il non averle messe al bando in qualche modo le ha legittimate".