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''In mattinata, un detenuto del carcere di Como, che aveva ottenuto di essere accompagnato presso il cimitero Gravedona ed Uniti per una visita alla defunta madre, è riuscito a divincolarsi dalla sorveglianza della Polizia penitenziaria di scorta dandosi alla fuga e facendo perdere le proprie tracce. Immediate sono scattate le ricerche della stessa Polizia penitenziaria e delle altre forze dell'ordine''. Lo riferisce Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.
''L'evaso è un detenuto italiano di 49 anni, in attesa di giudizio, mentre non si conosce con esattezza la dinamica dell'evasione. Indipendentemente da essa, tuttavia, è di ogni evidenza che le nostre carceri non assolvano minimamente alle funzioni che ne giustificano l'esistenza e non assicurino né rieducazione né sicurezza per detenuti e cittadini. D'altronde, lo stato comatoso delle prigioni è stato certificato proprio ieri dallo stesso Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria che, rispondendo a una nostra richiesta di accesso civico, ha opposto il diniego all'ostensione dei dati numerici sugli eventi critici per motivi di ordine e sicurezza pubblica, ritenendo che la loro conoscenza potrebbe favorire rivolte. In sostanza, per il Dap, anziché far conoscere e rendere analizzabile il numero degli eventi avversi che si verificano nei penitenziari, è meglio nasconderli'', spiega il segretario della Uilpa Pp.