Cliccando sul pulsante "Accetta tutti i cookie": l’utente accetta di memorizzare tutti i cookie sul suo dispositivo.
Cliccando su "Impostazioni cookie": l’utente sceglie le tipologie di cookie che saranno memorizzate nel suo dispositivo.
Era da tempo che gli agenti della Narcotici della Squadra Mobile di Ancona erano sulle tracce di un 39enne, volto noto alle forze dell’ordine. Dopo giorni di pedinamenti e appostamenti, hanno visto che l’uomo si era diretta nell’abitazione di un conoscente, in via Ascoli Piceno. Sospettando che dentro l’appartamento potesse esserci l’ombra dello spaccio, hanno deciso di eseguire un blitz. Appena constatato che la polizia gli stava alle calcagna, il 39enne ha provato a fuggire. Non dalla porta di casa, ma dalla finestra. Perché, stando a quanto ricostruito, l’anconetano avrebbe aperto il lucernario della mansarda per tentare di resistere alla cattura. L’uomo è così uscito sul tetto a spiovente, provando anche a buttare via la droga.
Gli agenti diretti dal vice questore Carlo Pinto, nonostante il pericolo derivato dall’altezza del palazzo e delle condizioni in cui si sono ritrovati ad operare, hanno deciso di inseguire il 39enne sul tetto, prendendolo, mettendolo in sicurezza e arrestandolo per detenzione ai fini di spaccio. Infatti, sotto sequestro è finito un involucro contenente 34 grammi di cocaina. Lo stupefacente era pronto per essere tagliato e, poi, per essere immesso sul mercato. Gli accertamenti hanno portato gli agenti ad estendere la perquisizione nell’abitazione dove vive il 39enne. Qui hanno rinvenuto materiale atto a pesare e confezionare lo stupefacente e denaro contante, per la procura provento dello spaccio. Ieri mattina c’è stata l’udienza di convalida al quinto piano del palazzo di giustizia, al termine della quale il giudice ha stabilito la misura degli arresti domiciliari per il 39enne.
Sempre nella giornata di giovedì, in occasione di un servizio di pedinamento ed osservazione, gli investigatori della Mobile, hanno rintracciato un altro pregiudicato, 51enne, noto agli operanti, gravato da un ordine di carcerazione per l’espiazione di una condanna definitiva. L’uomo è stato condotto a Montacuto.