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Sono 15 le persone indagate nell'ambito del sequestro di un allevamento di cani di piccola taglia a Trecastelli (Ancona).
Dopo oltre un anno e mezzo da quando vennero messi i sigilli alla struttura nel gennaio 2021, sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini nei confronti di tre allevatori, un veterinario, tre dirigenti Asur Marche, cinque appartenenti a vari organi di controllo e a un amministratore locale.
Contestati, a vario titolo, i reati di disastro colposo, maltrattamento animali, abusivo esercizio di professione veterinaria, mancato rispetto dei provvedimenti dell'Autorità sanitaria, corruzione, frode in commercio, falso in certificazioni, omessa denuncia di reato, traffico internazionale di cani.
Secondo gli inquirenti, i soggetti coinvolti avrebbero responsabilità importanti in quello che, secondo l'accusa, è uno dei più gravi disastri sanitari veterinari nelle Marche: nell'allevamento di Trecastelli erano ospitati oltre 800 cani nonostante ne potessero essere contenuti appena 71. Diversi esemplari erano chiusi in trasportini, ma molti erano in stanzette piene di escrementi. Una situazione di degrado che causava gravi sofferenze agli animali, secondo i Carabinieri Forestali che hanno sequestrato la struttura su delega della Procura di Ancona.
Sotto la lente di ingrandimento, le attività degli allevatori ma anche quelle degli organi di controllo che, è questa l'ipotesi accusatoria, dal 2018 al 2021 non avrebbero adottato tempestivi provvedimenti contribuendo al perpetuarsi e all'aggravarsi delle condizioni sanitarie dell'allevamento. Il blocco sanitario è avvenuto a giugno 2020 dopo l'accertamento sulla Brucella canis, unico focolaio europeo della malattia.
Nonostante ciò sarebbero proseguita in tutta Italia e all'estero la vendita di animali potenzialmente malati.
Soddisfatte delle indagini le associazioni animaliste Enpa, Lav, Lega Nazionale per la Difesa del cane, Leidaa e Oipa che da tempo seguono la vicenda e che chiedono tuttora informazioni circa i test sugli animali (quelli positivi alla malattia e quelli isolati in attesa di adozione); si sono dichiarate pronte a costituirsi parte civile in un eventuale processo che si dovesse aprire.