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La Guardia di Finanza di Pesaro, nell’ambito di un’articolata operazione di polizia giudiziaria denominata “Green Scam”, ha eseguito una perquisizione domiciliare presso il luogo di dimora di un uomo pesarese di 49 anni, leader italiano di un’organizzazione transnazionale che, in assenza delle previste abilitazioni ed autorizzazioni per operare sui mercati finanziari italiani, era dedita all’offerta al pubblico di varie tipologie di investimenti di natura finanziaria, diversificati nel corso del tempo, che hanno visto protagonista anche una sedicente criptovaluta coniata dall’organizzazione stessa, denominata CSR, potenzialmente in frode degli ignari investitori.
Contestualmente, all’uomo è stata notificata l’ordinanza di misura cautelare personale del divieto per 12 mesi di esercitare la professione.
La complessa ed articolata attività di indagine, trae origine da autonoma attività investigativa intrapresa dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Pesaro con la quale erano stati individuati alcuni soggetti che svolgevano da circa 3 anni, nella provincia pesarese e sul territorio nazionale, un’attività illecita di collocamento di investimenti di natura finanziaria promossi da varie società estere, facenti capo ad uno stesso “gruppo”.
In particolare l’uomo, avvalendosi di una rete di collaboratori subordinati di cui si professava “leader” e “responsabile italiano”, promuoveva e collocava mediante tecniche di comunicazione a distanza (principalmente tutti i social network ed alcuni siti web dedicati), strumenti finanziari/servizi e attività di investimento, secondo l’accusa in violazione dell’art. 166 del Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (abusivismo finanziario), reato che prevede una pena edittale fino ad 8 anni di reclusione.
Le peculiarità dell’offerta e le modalità di adesione presentavano, inoltre, delle analogie con l’ormai noto e collaudato modello economico di vendita fraudolenta riconducibile al cosiddetto “Schema Ponzi” e infatti le vittime, con la promessa di ingenti profitti futuri anche in criptovaluta, sarebbero stati coinvolti nel finanziamento di un progetto industriale ecologico (di fatto verosimilmente inesistente).
L’organizzazione, attraverso società di comodo create ad “hoc” con sedi dichiarate a Bangkok e Amsterdam (ma di fatto inesistenti), sosteneva infatti la realizzazione di un «avveniristico» progetto industriale ecologico finalizzato a trasformare il rifiuto plastico in bio-carburante avanzato, di fatto inesistente, con la promessa di ingenti profitti, secondo l’ipotesi investigativa, ingannando in tal modo gli ignari investitori, da un lato allettati da facili guadagni e, dall’altro, coinvolgendoli in un’apparente nobile causa orientata nel settore della ”green economy”.
Le investigazioni hanno fatto emergere che le varie tipologie di investimento offerte, susseguitisi nel corso del tempo, sono state sottoscritte da diverse centinaia di clienti su tutto il territorio nazionale ed anche estero, che hanno pagato l’investimento disponendo numerosi e consistenti bonifici bancari su conti correnti siti in Estonia, Olanda ed altri paesi esteri, gestiti tutti dall’organizzazione ed in corso di individuazione.
Sono ancora al vaglio degli investigatori e dell’Autorità Giudiziaria le posizioni di tutti gli “influencer” che si sono adoperati per offrire al pubblico e collocare i vari investimenti percependo commissioni in denaro ed in criptovalute.