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Ci sono soltanto lacrime e dolore nel complesso della questura di via Gervasoni, dove ieri è morto un agente di 23 anni, Andrea Fornaro, originario di Ascoli Piceno (leggi qui).
Nessun dubbio su quanto accaduto: il ragazzo si è ucciso nel suo alloggio sparandosi in fronte con quella pistola di ordinanza che portava orgogliosamente con sè da quando nel 2020 aveva coronato il suo sogno di entrare in Polizia.
A trovare il corpo ormai senza vita del 23enne, sarebbe stato un suo collega, appena rientrato negli alloggi di servizio che mette a disposizione la questura dorica per gli operatori. Fornaro, con un passato nella Squadra Volante del Commissariato di Osimo, da alcuni mesi si trovava al corpo di guardia della Questura.
Rimane da capire il perché di un gesto tanto estremo quanto disperato. Il 23enne, fisico possente e atletico, non avrebbe sofferto di problemi di salute ed era felice di poter servire i simboli della polizia, corpo abbracciato due anni fa con l’ingresso al Commissariato di Osimo. Lo scorso settembre, proprio dalla città più popolosa della Val Musone, aveva ricevuto assieme ad alcuni colleghi la civica benemerenza per essere intervenuto prontamente in una situazione di pericolo, causata da un incendio scatenatosi a Campocavallo di Osimo. L’intervento della polizia («esempio di alto valore civile e morale») aveva evitato che la situazione potesse degenerare e che le fiamme intaccassero il centro abitato e le aziende circostanti. Dopo il Commissariato, il trasferimento ad Ancona nei mesi scorsi, nel corpo di guardia. Avrebbe compiuto 24 anni il prossimo dicembre: una vita intera davanti a lui e una carriera avviata, a cui teneva particolarmente e in cui credeva fermamente. Cosa ha interferito nei suoi pensieri? Forse una notizia inaspettata, forse una delusione d’amore. Rimane il dolore per una ferita che probabilmente la famiglia della questura dorica (e ovviamente tutti i cari del 23enne) farà fatica a rimarginare.