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I carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Pesaro e Urbino hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni, per 750mila euro, nei confronti di imprenditore italiano di Fano (Pesaro Urbino) ritenuto responsabile del reato di intermediazione e sfruttamento del lavoro aggravato in concorso commesso nei confronti di una trentina di cittadini stranieri, tra cui alcuni richiedenti asilo politico.
Il provvedimento, emesso dal gip di Pesaro, su richiesta della locale Procura, trae origine da un'attività investigativa avviata e condotta, dalla fine dell'estate del 2021, dai militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Pesaro Urbino, a seguito di denunce sporte da taluni lavoratori.
Il sequestro preventivo riguarda beni mobili e immobili per un importo di circa 750mila euro, che sarebbe l'equivalente dei profitti illeciti. I carabinieri del Nil hanno messo i sigilli a proprietà immobiliari, conti correnti, veicoli intestati all'indagato ed alla società del valore di 550mila euro.
Nel corso delle indagini sono state controllate 50 posizioni lavorative di cui sei in nero e 28 irregolari; l'indagine ispettiva, connessa con quella giudiziaria ha portato a contestare alla società sanzioni amministrative per l'impiego di lavoratori in nero e irregolari per circa 30mila euro circa con imponibile contributivo per un importo di circa 600mila euro; recuperata contribuzione sociale obbligatoria per 200 mila euro.