CRONACA
Marche - Tenta di truffare un anziano con la tecnica del finto carabiniere: 21enne arrestata
21 Dicembre 2024

Nel tardo pomeriggio di ieri, un 76enne di Jesi è riuscito a sfuggire a un tentativo di truffa grazie a un ripensamento tempestivo che ha permesso ai Carabinieri di intervenire e arrestare la responsabile, una giovane di 21 anni residente in Puglia e senza precedenti penali.

 

 

La vicenda ha avuto inizio con una telefonata ricevuta dall’anziano sulla linea fissa di casa, durante la quale due persone si sono spacciate per un maresciallo dei Carabinieri e un avvocato. I truffatori hanno raccontato che il figlio dell’uomo aveva investito una donna incinta, provocando rischi per il nascituro, e che per evitare gravi conseguenze legali era necessario consegnare una somma di denaro: inizialmente 6.000 euro, poi ridotti a 3.000.

L’anziano, convinto dalla pressione emotiva, si è diretto verso uno sportello Bancomat per prelevare il denaro. Tuttavia, durante il tragitto, ha riflettuto sull’insolita richiesta e ha deciso di contattare il figlio per verificare la veridicità della situazione. Scoperto l’inganno, ha immediatamente avvisato i Carabinieri. I militari si sono appostati nei pressi della sua abitazione e, poco dopo, hanno fermato una ragazza che si era presentata come incaricata dall’avvocato per ritirare i soldi. La giovane è stata arrestata in flagranza di reato.

Questa mattina, il Tribunale di Ancona ha convalidato l’arresto e imposto alla ragazza il divieto di dimora nella provincia di Ancona. L’episodio è emblematico di un fenomeno criminale diffuso, confermato anche dalle numerose segnalazioni arrivate lo stesso giorno alla centrale operativa dei Carabinieri di Jesi, da parte di cittadini contattati con modalità simili. Fortunatamente, nessuno è caduto nel raggiro, a riprova dell’efficacia delle campagne di sensibilizzazione organizzate dalle forze dell’ordine.

Questi incontri, rivolti non solo agli anziani ma anche ai giovani, mirano a creare una rete di prevenzione e informazione. I più giovani, infatti, sono incoraggiati a condividere i messaggi ricevuti con i propri familiari, diventando così un importante supporto nella protezione delle persone più vulnerabili.

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