CRONACA
Marche - Tolentino, furto in gioielleria: preso il terzo complice
05 Agosto 2022

E' stato arrestato l'ultimo componente della banda che nell'aprile del 2021 mise a segno un furto ai danni della gioielleria "D'oro in Poi", situata all'interno del parco commerciale "Retail Park".

 

Mercoledì i militari della Compagnia di Massafra, in collaborazione con i militari del Nor di Tolentino, hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare dell’obbligo di dimora all'uomo, intestatario dell'auto utilizzata per il colpo, richiesta dal pubblico ministero titolare dell’attività investigativa e emessa dal Gip del Tribunale di Macerata nel febbraio scorso.

 

Il correo, un italiano residente a Taranto, destinatario del provvedimento unitamente ai complici di etnia rom, era ricercato da mesi. Le verifiche svolte avevano consentito di acquisire informazioni sulla sua permanenza all’estero. Al rientro in Italia è stato individuato dai carabinieri delle stazioni di Foggia e Crispiano in collaborazione con i militari del Nor di Tolentino: l’uomo, rivenditore di auto italiano, stabilmente legato al gruppo rom, avrà l’obbligo di non allontanarsi dal comune di residenza e dovrà permanere all’interno della propria abitazione dalle 22 alle 7 del mattino. Oltre al coinvolgimento nel furto alla gioielleria, a cui aveva partecipato sia in fase di sopralluogo sia fornendo le autovetture per il colpo, l’uomo dovrà rispondere anche di altri reati.

A lui e ad un complice già destinatario della misura è stato infatti notificato l’avviso di conclusione delle indagini (ex art. 415 bis del codice penale) emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata, in relazione al furto di 3.874 euro ai danni della Liomatic. La somma era l’incasso raccolto dai vari distributori automatici di bevande ed era stata sottratta a Civitanova nel mese di aprile del 2021 dai due correi tramite la forzatura del portellone posteriore del mezzo aziendale. Il complice - S.C. – risulta anche indagato per ricettazione di alcuni capi di vestiario firmati “Versace” che, da quanto emerso nel corso delle indagini, avrebbe cercato di piazzare sul mercato nel foggiano.

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