Cliccando sul pulsante "Accetta tutti i cookie": l’utente accetta di memorizzare tutti i cookie sul suo dispositivo.
Cliccando su "Impostazioni cookie": l’utente sceglie le tipologie di cookie che saranno memorizzate nel suo dispositivo.
Vende online la propria vettura ma non riceve i soldi: macchina ritrovata in Romania e truffa sventata. Questo quanto è accaduto ad una persona che ha messo in vendita la propria vettura su di un sito online al costo di 18mila euro.
Nella giornata di mercoledì 6 settembre, a seguito di un’attività investigativa, ed in collaborazione con il servizio di cooperazione internazionale, veniva rinvenuto e sequestrato in Romania un veicolo oggetto di truffa sporta presso il Commissariato di polizia di Jesi. La vittima, dopo aver venduto il proprio veicolo Volkswagen T-Roc, regolarizzando la vendita tramite una pratica completata presso un’agenzia di Jesi, aveva realizzato di essere stata raggirata, in quanto la somma di 18.000 euro che avrebbe dovuto incassare tramite bonifico istantaneo non era stata accreditata sul suo conto corrente.
Inoltre, la vittima della truffa dopo essersi messa in contatto con il proprio istituto di credito, apprendeva che quell’operazione non era mai stata immessa nei circuiti bancari. Precisava che dopo aver messo in vendita l’auto su un noto sito di essere stato contattata da un uomo, di origini romene accordandosi per la compravendita da concludersi in un’agenzia di Jesi, con un pagamento 1.500 euro in contanti e 18.000 a mezzo bonifico istantaneo.
All’appuntamento si presentavano tre persone, romene, che versavano i contanti mostrando la ricevuta del bonifico istantaneo. Nei giorni successivi constatando il ritardo del bonifico, ed il tergiversare degli acquirenti capiva di essere stato truffato. Dagli accertamenti investigativi si risaliva a quattro individui di nazionalità romena esperti di truffe, riconosciuti dalla vittima, ed al momento irreperibili. Nella giornata di ieri, invece, grazie all’inserimento del veicolo nel sistema d’indagine interforze da parte del personale del Commissariato PS di Jesi, il mezzo veniva rinvenuto e sequestrato in Romania dalla polizia Romena che si metteva in contatto col servizio di cooperazione internazionale del Dipartimento di pubblica sicurezza e quest’ultimo col Commissariato di lesi.