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Sommerso dai debiti di droga, costretto a trasformarsi in un corriere e vittima anche delle aggressioni dei suoi creditori lo scorso agosto un 32enne si è tolto la vita, impiccandosi nel parco archeologico di Gagliano Castelferrato, nell'Ennese. Adesso i carabinieri della Compagnia di Nicosia, insieme ai colleghi dell'Arma di Catania Fontanarossa e dello Squadrone eliportato cacciatori di Sicilia, hanno eseguito nel Catanese due misure di custodia cautelare (una in carcere e un'altra ai domiciliari), emesse dal gip di Enna su richiesta della locale Procura, a carico di un 41enne e di un 30enne, indagati per estorsione e morte come conseguenza di altro delitto.
Le indagini sono scattate dopo il suicidio della vittima e hanno permesso di far luce su una serie di "condotte vessatorie e persecutorie" da parte dei due arrestati nei confronti del 30enne. Il giovane, sommerso dai debiti per motivi di droga, spiegano gli investigatori dell'Arma, "non è più riuscito a reggere la pressione sempre più stringente", sfociata in alcune occasioni anche in aggressioni, dei creditori intenzionati a ottenere consistenti somme di denaro. In alcuni casi, il 30enne sarebbe stato costretto a trasportare partite di droga per ovviare ai debiti accumulati dal consumo di sostanze stupefacenti. L'attività investigativa dei carabinieri della Compagnia di Nicosia, coordinati dalla Procura di Enna, ha fatto luce sulla vita privata della vittima e sulle settimane che hanno preceduto il suicidio. "La vittima - spiegano gli investigatori - era ormai giunta a ritenere impossibile sottrarsi all'ambiente criminale, arrivando a desiderare la morte e a considerarla l'unica opzione rimasta".