ECONOMIA
Marche - Le esportazioni nel 2021 cresciute del 15,6%
10 Marzo 2022

Crescono del 15,6% le esportazioni delle Marche nel 2021, meno della media italiana che è +18,2%, ma in linea con quello delle regioni del Centro.

Il peso dell'export della regione sul totale nazionale è sceso dal 2,5% al 2,4%; la crescita ha riguardato sia le vendite verso i Paesi Ue (+14,9%) sia, soprattutto, quelle verso i Paesi extra Ue (+16,7%)

 

Scendendo nel dettaglio, sono cresciute più della media regionale le esportazioni dei principali comparti della meccanica: macchinari ed apparecchi (+27,5%), metalli e prodotti in metallo (+27,5%), apparecchi elettrici (+25,5%), autoveicoli (+42,8%). In consistente aumento anche le vendite all'estero di legno e prodotti in legno (+22,8%), di mobili (+13,2%), di sostanze e prodotti chimici (+17,9%), di articoli in gomma e materie plastiche (+16,2%), di pelli e calzature (+10,6%), di prodotti tessili (+12%) e di abbigliamento (+14,4%), di carta e prodotti di carta (+10,1%), di prodotti alimentari e bevande (+8%). In flessione invece l'export del comparto farmaceutico (-14,3%) e del comparto dei computer, apparecchi elettronici ed ottici (-3,3%). A livello provinciale si registra l'aumento delle esportazioni in tutte le province ad eccezione di Ascoli Piceno (-5,9%) influenzata dall'andamento dei prodotti farmaceutici (-14,9%). Crescono le esportazioni della provincia di Ancona (+25,1%), di Pesaro Urbino (+22,5%), di Macerata (+22%) e di Fermo (+11,4%).

 

"Un risultato positivo - ha commentato il presidente di Confindustria Marche Claudio Schiavoni -. Oggi però la situazione è drasticamente cambiata a causa del conflitto Russia-Ucraina che ha accentuato lo shock energetico e le cui conseguenze possono avere un impatto molto forte sull'economia non solo sulle esportazioni, ma anche negli approvvigionamenti di materie prime. Tra i settori più coinvolti - ha aggiunto - quelli del comparto moda, calzature, abbigliamento e accessori, ma anche la meccanica: i segnali che ci arrivano dalle imprese sono molto preoccupanti. A questo si aggiunge l'aumento abnorme e diffuso dei prezzi delle commodity: i rincari riguardano metalli ed energia, ma anche alimentari, fibre tessili, materie plastiche, legno", ha concluso.

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