Da Paolo Dignani, coordinatore Civico22 Tolentino, riceviamo
Ognuno di noi sa che il servizio di ristorazione scolastica rappresenta un vero e proprio momento educativo, un veicolo di partecipazione e di acquisizione di modelli culturali e comportamentali che influenzeranno le successive scelte del bambino e del ragazzo ; sappiamo
che il suo valore comprende l’educazione alimentare (acquisizione di corrette abitudini alimentari) , l’educazione civica (acquisizione di comportamenti corretti a tavola), l’educazione alla socialità (il pasto consumato a scuola assume valenze relazionali importanti, non solo si condivide il cibo ma si socializza e ci si confronta).
Va da sé come la mensa scolastica garantisca il pieno godimento del diritto allo studio e del diritto alla salute.
Ognuno di noi sa che le leggi vigenti prevedono che il servizio della mensa scolastica rientri fra i "servizi pubblici a domanda individuale", in presenza dei quali l'ente erogatore è tenuto a richiedere la contribuzione dell'utenza e che spetta all'ente locale, nell'ambito delle sue scelte discrezionali e nel rispetto dei vincoli economico-finanziari vigenti, determinare l'entità dei costi del servizio da coprire mediante il contributo dei fruitori , contributo che, per rendere effettivo il diritto allo studio, può essere anche a carattere non generalizzato adottando tariffe differenziate.
Ognuno di noi sa che le modalità di gestione del servizio di ristorazione scolastica, previste dalla legge, si riconducono a tre categorie principali ( lasciamo da parte la modalità “ Affidamento in finanza di progetto):
• gestione diretta:il comune gestisce l’erogazione del servizio
• gestione indiretta o esternalizzata: tutte le fasi del servizio vengono affidate ad una ditta esterna;
• gestione mista:nella quale il soggetto titolare realizza alcune fasi e ne affida altre all’esterno .
Ognuno di noi sa che il servizio di ristorazione scolastica è costoso per tutti i comuni e che il bilancio a questa voce registra passività, ma occorre anche chiedersi:«Quanto costa in termini di salute e di impatto ambientale la mensa che ‘costa poco’?».
Ma non si può ragionare unicamente in termini di costi da rispettare per rientrare nel bilancio comunale.
La mensa scolastica è un investimento: i costi maggiori per una mensa di qualità vanno visti in una nuova prospettiva e non limitarsi alla considerazione abbastanza superficiale : ”alle mense esternalizzate si mangia benissimo e si paga la metà”. Certamente è un servizio a domanda individuale, non obbligatorio ma socialmente fondamentale. IL “ chi non paga non ne usufruisce” certamente non ci porta da nessuna parte…
Da queste considerazioni di premessa nasce la perplessità generata dal fatto che, per la prima volta , dopo oltre 45 anni, il Comune di Tolentino, rinuncerà alla gestione diretta di alcuni servizi strategici per le famiglie e, tramite una procedura ad evidenza pubblica, individuerà soggetti esterni ai quali affidare la gestione degli stessi. Decisione che priverà le giovani generazioni di un servizio qualitativamente eccellente con un approccio corretto fra nutrimento e tutela della salute.
Proprio per questo si chiede all’Amministrazione comunale di evitare l’errore di esternalizzare e di superare l’idea che la mensa sia solo un costo e promuovere quella per cui è un investimento, per la salute dei bambini, per l’ambiente, per il futuro delle nuove generazioni.