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Da Massimo D'Este, consigliere comunale Tolentino città aperta-Civico22, riceviamo
Come solo ad inizio anno si è scoperto, dal 23 maggio 2022 ai primi giorni di gennaio scorso, la Società Agricola Penta (ma all’inizio si era parlato di SAIPA) si è avvalsa per dei suoi dipendenti, del servizio di vitto e alloggio che all’interno del villaggio- container il comune di Tolentino eroga (o per meglio dire erogava) in favore di cittadini senza più una casa a causa del terremoto. Questo - come pure si è scoperto - pur in assenza di un qualsiasi necessario atto amministrativo, ma a quanto pare, solo dietro un accordo verbale di cui sono sconosciuti i termini tra l’ex sindaco Pezzanesi e, nell’interesse della Penta, il tolentinate Paolo Vissani.
A mio parere siamo dunque di fronte alla violazione delle più elementari norme di diritto e buona condotta amministrativa.
Innanzitutto perché, mancando di per sé dei requisiti igienico-sanitari minimi, dei container non possono essere utilizzati come abitazioni se non in situazioni emergenziali, come quella post sisma, o comunque al di fuori dei casi previsti dalla legge.
Fermo restando ciò, non si può non censurare con viva forza che ad un soggetto privato sia stato consentito per ben 8 mesi di godere gratuitamente e senza alcuna base giuridica di un servizio del comune, salvo solo da ultimo raggiungere con esso un accordo per il pagamento rateizzato di un importo che neanche si sa se copre le spese dal comune stesso sostenute.
Tutto è iniziato al tempo di Pezzanesi e dunque non c’è dubbio che è sulla sua amministrazione che le responsabilità di questa vicenda cadono. Né del resto alla giunta Pezzanesi non si può non addebitare la scelta scellerata di rinunciare alle casette in legno e optare invece per quel luogo alienante che sin da subito si è dimostrato il villaggio container. Un vero e proprio ghetto i cui “ospiti” in molti casi hanno visto nel tempo peggiorare a dismisura le condizioni di criticità nelle quali già prima del terremoto versavano.
Non può però non colpire come su questa stessa vicenda il sindaco Sclavi mostri di non voler entrare nel merito, sostanzialmente glissando sulle domande più pregnanti che la coalizione Tolentino Città Aperta gli ha posto con le due interrogazioni al riguardo presentate.
Così come del resto, in generale, non può non fare impressione (e imbarazzare) che l’attuale maggioranza paia prendere le distanze da tutto ciò che con il villaggio container voluto da Pezzanesi abbia a che vedere. Eppure tra i banchi della stessa e finanche sul seggio più alto dell’aula consiliare seggono persone che quella scelta sciagurata hanno al tempo avallato senza esitazione.
Molto più serio e dignitoso sarebbe - ritengo - caricarsi la responsabilità di scelte sbagliate fatte. Del solito giochetto di scaricare tutte le colpe sull’orco cattivo di turno non se ne può più.
Continuiamo ad assistere a stucchevoli battibecchi fra ex compagni politici che hanno governato insieme Tolentino per 8 anni degli ultimi 11 su questioni a dir poco irrilevanti, testimonianza di un livore e risentimenti personali che nulla hanno a che fare con il dibattito politico che attiene al governo della città.
Nel frattempo, evidentemente tanto per rinfocolare la rissa politica e alimentare temi di distrazione di massa, in ordine a questa questione qualcuno ha pensato bene di gettare fango sul sottoscritto, reo a suo dire di aver pedissequamente assecondato l’operato dell’assessore Giombetti durante lo sgombero dell’area container di alcuni nuclei familiari, accompagnandoli ad una uscita sostenibile dai moduli. E questo non certo quale consigliere comunale, (i soliti noti spalatori di fango si sono dimenticati di dirlo) ma in veste di volontario Caritas, che per lungo tempo si è occupato di sostenere ed aiutare moralmente e materialmente alcune delle famiglie che si sono trovate in quella dolorosa situazione.
Chi vince le elezioni si deve assumere l’onere e l’onore di governare e fare le sue scelte, condivisibili o meno che siano. Chi con malizia e assoluta ignoranza fra le fila dei sostenitori della passata amministrazione, tira in ballo futili e false argomentazioni al solo fine di sviare l’opinione pubblica dal vero merito della questione, si preoccupi piuttosto di spiegarci come mai nell’ultimo bilancio consuntivo si evidenzia un aumento significativo dei residui attivi (indice di morosità in costante crescita), un peggioramento sul versante dei residui passivi (specchio di una situazione debitoria dell’ente decisamente preoccupante) o magari perché ancora dobbiamo continuare a sborsare cifre significative a cadenza mensili per l’area container a 7 anni dal sisma. Situazioni che di certo richiedono una assunzione di responsabilità da chi ha governato Tolentino in questi ultimi 10 anni.