Da Paolo Dignani, coordinatore Civico22 Tolentino, riceviamo
Se dicessimo che ne siamo sorpresi, mentiremmo. Vista la loro pressoché totale scomparsa dal dibattito politico interno sin da dopo le elezioni, che Tolentino Rinasce abbandonasse la coalizione era nell’aria.
Quello che stupisce è il modo in cui Mercorelli e Cicconetti hanno scelto per farlo.
C’è nelle loro parole un astio che davvero si fa fatica a comprendere.
Dicono che l’opposizione fatta da Tolentino Città Aperta non sarebbe abbastanza efficace sui banchi del consiglio, dove non attaccherrebbe con la dovuta risolutezza l’operato dell’Amministrazione.
E questo, aggiungono, tutto per colpa di quella stretta di mano tra Sclavi e Massimo D’Este alla vigilia del ballottaggio finita su tutti i giornali. Una stretta di mano dalla quale quest’ultimo (e con lui l’intera coalizione) si sarebbe lasciato abbindolare (testuali parole).
Eppure Mercorelli e Cicconetti sanno bene il senso di quel sofferto gesto emblematico. Sanno bene che quella stretta di mano era per D’Este tutt’altro che una subita lusinga, bensì il massimo che egli sia stato infine disposto a concedere a quello che tra Sclavi e Luconi, due facce della stessa medaglia, considerava il male minore.
Ché se c’era qualcuno che invece avrebbe voluto sin dal giorno dopo del primo turno un appoggio pieno e dichiarato all’attuale Sindaco questi erano proprio i 5s (non da soli, peraltro…).
Né del resto Mercorelli e Cicconetti avrebbero voluto solo questo, bensì pretendevano che Tolentino Città Aperta si alleasse con Sclavi per averne un assessorato. Cosa cui, manco a dirlo, D’Este si è opposto, viste le incolmabili differenze tra noi e loro.
Ecco perché fa male sentirli parlare così. Come possono accusare Massimo D’Este - è evidentemente lui il loro obiettivo quando attaccano la coalizione - di non essere abbastanza duro con l’amministrazione Sclavi quando di quella amministrazione loro stessi avrebbero voluto a tutti i costi far parte?
Né del resto si può fare a meno di pensare che proprio questo rifiuto di D’Este di prendere in considerazione un ingresso in maggioranza, stia alla base dell’allontanamento di Tolentino Rinasce resosi palese già all’indomani delle elezioni.
Una perdita che a noi è sinceramente dispiaciuta e che per questo abbiamo da parte nostra in tutti modi tentato di recuperare. Ma inutile è stato purtroppo ogni ripetuto tentativo di loro coinvolgimento in qualsivoglia iniziativa.
Mai una risposta è venuta da loro agli stimoli di Massimo D’Este; mai si sono espressi sui documenti che per aprire la discussione di volta in volta si sono fatti girare tra tutti; mai hanno accettato l’invito a far uso degli spazi sulla stampa per trattare di qualsiasi tema avessero ritenuto.
Ecco perché ferisce sentir parlare di “assenza di condivisione” ecco perché non si può non trattare per quella che è la gratuita falsità che nella coalizione Tolentino Rinasce non abbia avuto lo spazio meritato.
Nessuno ha del resto mai dubitato dell’utilità del contributo che con la loro pluriennale esperienza consiliare, Mercorelli e Cicconetti avrebbero potuto dare alla discussione interna. Sono loro che se ne sono sottratti. Forse non riuscendo ad accettare che il loro ruolo, pur altrettanto importante, non fosse più illuminato dalle luci dell’aula consiliare .
Come promesso, l’opposizione di Tolentino Città Aperta è sempre stata e sempre sarà, nella sua fermezza, seria e costruttiva. Mai urlata, mai demagogica, mai giustizialista (certo modo di far politica almeno a noi non appartiene). Altro che “utile comparsa” o “stampella della maggioranza” (la stessa - sia concesso ricordarlo ancora una volta - in cui Mercorelli e Cicconetti ambivano entrare, senza se e senza ma).
Poteva farsi di più? Certamente sì, ma non senza il contributo di tutti. Chi non ha voluto darlo sarebbe forse più giusto evitasse di esprimere giudizi.
Quanto poi alla domanda che (in cauda venenum) Mercorelli e Cicconetti si pongono se Massimo D’Este sia dopo la loro fuoriuscita ancora legittimato a sedere in consiglio comunale, come Civico22 rispondiamo senza alcuna esitazione sì. Assolutamente sì. Necessariamente sì.
D’Este è l’unico che può occupare quel posto. Lui è lì per le stesse ragioni per cui ci s’è seduto il primo giorno. Sono altri che debbono fare i conti con le loro contraddizioni (forse conseguenza della troppa ambizione personale).