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Milioni di mascherine irregolari e pericolose per la salute.
Dispositivi di protezione acquistati dalla Cina nel corso della prima, drammatica, ondata della pandemia.
Un "affare" da 1,25 mld di euro che potrebbe costare un processo all'ex commissario straordinario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri.
La Procura di Roma ha, infatti, chiuso le indagini dell'inchiesta sull'acquisto di oltre 800 milioni di mascherine, effettuate con l'intermediazione di alcune imprese italiane.
Oltre all'allora numero uno della struttura commissariale rischiano il rinvio a giudizio altre 11 persone. Tra loro l'imprenditore Mario Benotti, cui è contestato il traffico di influenze illecite, e Antonio Fabbrocini, responsabile unico del procedimento per la struttura commissariale accusato di frode nelle pubbliche forniture, falso e abuso d'ufficio.
I magistrati di piazzale Clodio hanno fatto cadere per Arcuri le accuse di corruzione e peculato. Sul punto il manager esprime "soddisfazione" e, commentando la notifica della chiusura dell'indagine, afferma che ora potrà "esercitare finalmente il mio diritto alla difesa in relazione alla residuale ipotesi di abuso d'ufficio".