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In uscita, domani su prime video, il documentario Rooney, dedicato alla straordinaria carriera dell'ex calciatore del Manchester-United, ora allenatore, che racconta diversi episodi legati alla vita privata del calciatore inglese, la relazione con la moglie e i problemi con l'alcolismo. "Da giovane non ero il ragazzo più simpatico", sottolinea l'ex attaccante. "Molte esperienze tragiche della mia vita dovevano rimanere lontane dai campi di calcio e dagli spogliatoi.
Quindici anni fa -ricorda- non potevo parlare dei problemi di salute mentale e alcolismo con i miei compagni di squadra. Avevo bisogno di aiuto, certo, ma dovevo salvare me stesso, la mia carriera e tenere la famiglia lontana dai problemi". Riguardo il rapporto con Collen, sua moglie, Rooney dichiara: "Mi sono messo in una brutta posizione, ne sono consapevole. Quando c'è l'alcol coinvolto si prendono sempre decisioni sbagliate da cui, spesso, si pagano le conseguenze. Ho avuto paura della morte in alcuni momenti. Avrei potuto uccidermi o uccidere qualcuno mentre ero alla guida in stato di ebrezza". Anche Colleen, sua moglie concorda sul fatto che "l'alcol abbia giocato un ruolo negativo nella carriera del giocatore con gravi ripercussioni sulla famiglia". "Ora abbiamo un buon rapporto -dice Rooney- siamo diventati anche ottimi amici. C'è un buon equilibrio in famiglia, specialmente adesso che siamo genitori di quattro figli", conclude.