CRONACA
Choc al supermercato, dipendente lascia un assorbente usato fuori dal cestino, la titolare: "Voglio il nome di chi ha il ciclo"
28 Aprile 2022

«Voglio il nome e cognome di chi oggi ha il ciclo mestruale, ok? Sennò gli calo le mutande io». È l'audio raccapricciante inviato dalla titolare di un noto supermercato di Pescara e rivolto ai capi reparto dopo che ha ritrovato un assorbente usato, ma richiuso, fuori dal cestino del bagno dell'esercizio commerciale.  

«Visto il rifiuto delle lavoratrici di comunicare nell'immediato quanto richiesto - denuncia la Filcams Cgil Abruzzo e Molise - la violenza verbale si è tramutata in fisica in quanto si è passati dalle parole ai fatti». «Tutto - spiega all'Adnkronos Davide Urbano, segretario provinciale Filcams Pescara, che denuncia pubblicamente l'accaduto insieme al collega Lucio Cipollini, coordinatore regionale Filcams Abruzzo e Molise - comincia lo scorso 14 aprile». Quando l'assorbente viene distrattamente scordato vicino al wc. «A quel punto - prosegue il sindacalista  - la responsabile dell'attività commerciale ha inviato un messaggio vocale, che abbiamo acquisito, con le prime minacce. Non avendo riscontro ha successivamente sottolineato che, se non fosse venuta fuori la colpevole, avrebbe inviato una lettera di contestazione a tutti i capi reparto e che avrebbe adottato provvedimenti disciplinari, per arrivare addirittura al mancato rinnovo dei contratti in scadenza».

 

La donna voleva l'elenco delle lavoratrici in servizio quel giorno e in particolare dalle 13.30 alle 13.45. Sotto pressione i capi reparto, sulle chat di whatsapp, hanno chiesto la lista delle lavoratrici che, alla fine, è saltata fuori: erano presenti in 12. «E queste - spiega ancora Urbano all'Adnkronos - sono state invitate a manifestare loro estraneità al fatto, togliendosi pantaloni e mutandine negli spogliatoi». Alla presenza di un capo reparto donna. «Non sappiamo quante lavoratrici hanno acconsentito e si sono prestate - viene fatto presente - . Ma diverse sono venute da noi a denunciare l'accaduto». 

 

E dopo la denuncia della Cgil arriva la contro-risposta di Conad: la proprietaria-direttrice del punto vendita sarà esclusa dal sistema cooperativo della catena di supermercati.

Fonti vicine all'azienda spiegano che il rapporto tra la casa madre e le 'filiali' locali è regolato da un contratto e che né la proprietaria né i lavoratori sono formalmente di Conad.
    Quindi la soluzione sarà quella di troncare l'abbinamento tra punto vendita e marchi. Ciò significa che le lavoratrici 'indagate' restano al momento sempre alle dipendenze della società privata del punto vendita pescarese di proprietà della direttrice. 

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