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Proseguono, anche nei campi di raccolta, i controlli da parte dei Carabinieri di Fermo.
All’esito di articolata attività investigativa, sono stati identificati e denunciati sette stranieri pakistani per intermediazione di manodopera e sfruttamento del lavoro, impiego di manodopera clandestina, ed altro.
Gli uomini della stazione di Montegranaro e dei nuclei carabinieri ispettorato del lavoro di Ascoli Piceno e Macerata, supportati anche dai militari delle stazioni di Sant’Elpidio a Mare, Petritoli e Monterubbiano, hanno identificato e denunciato alla Procura fermana e maceratese, sette cittadini di origine pakistana, residenti nelle province di Macerata ed Ascoli Piceno, coinvolti, a vario titolo, in concorso tra loro, nell’attività criminale di intermediazione di manodopera e sfruttamento del lavoro, impiego di manodopera clandestina, ed altre gravi violazioni penali ed amministrative.
All’inizio del mese di febbraio, i Carabinieri di Montegranaro hanno notato in paese uno strano andirivieni di cittadini pakistani che venivano prelevati con automezzi e furgoni da altri connazionali, specie nelle prime ore del mattino, in vari punti della cittadina veregrense. In attività di pedinamento è emerso che giornalmente, nelle prime ore del mattino, alcuni veicoli e furgoni, condotti da pakistani, transitavano nella cittadina di Montegranaro e nei paesi limitrofi dove recuperavano altri connazionali in attesa lungo le strade
Le indagini sono proseguite per tutto il mese di febbraio congiuntamente al nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Macerata ed Ascoli Piceno, con servizi di osservazione, pedinamento, analisi dei filmati di telecamere di sorveglianza, riscontro dei tabulati telefonici ed altre attività tecniche che consentivano di ricostruire nel dettaglio tutti i tasselli dell’organizzazione criminale.
Il blitz dei Carabinieri è scattato nelle prime ore della scorsa mattina, quando, dopo aver atteso l’arrivo di tutti i braccianti, i militari sono intervenuti direttamente sui campi
di raccolta dove hanno identificato complessivamente una quindicina di braccianti, tutti di origine pakistana, alcuni dei quali clandestini poiché sprovvisti di permesso di soggiorno ed altri documenti di identificazione.
Contestualmente sono stati bloccati altri 7 pakistani cosiddetti “reclutatori ed accompagnatori”, tutti residenti nella provincia di Macerata, ritenuti responsabili a vario titolo, in concorso tra loro di intermediazione di manodopera e sfruttamento del lavoro, oltre allo sfruttamento e favoreggiamento della condizione di clandestinità, impiego della manodopera priva di permesso di soggiorno, altre violazioni della normativa per la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Dalle prime ricostruzioni, è emerso che i lavoratori percepivano un salario di 5 euro all’ora costretti, sotto minaccia di non essere reimpiegati il giorno successivo, a lavorare ininterrottamente sino alle ore 18,30 circa, se non per una breve pausa per consumare un panino o una pietanza che gli stessi portavano con loro in piccoli contenitori in plastica consumati direttamente sul campo di raccolta.
All’esito dei controlli, è risultato che due dei “reclutatori” indagati, erano in possesso di patenti di guida contraffatte, motivo per cui sono stati anche denunciati per ricettazione, detenzione ed utilizzo di atto falso. Uno di loro risultava altresì colpito da espulsione ed
ordine di lasciare il territorio dello stato, emessi rispettivamente dal Prefetto e dal Questore di Macerata, nel mese di ottobre ultimo scorso.
Gli inquirenti hanno proceduto al sequestro dei veicoli utilizzati per accompagnare i lavoratori sul luogo di raccolta, poichè ritenuti mezzi utilizzati per la commissione dei reati sopra citati e alla sospensione dell’attività imprenditoriale per gravi violazioni in
materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e per impiego di manodopera in nero.
Gli uomini della benemerita, a parziale conclusione delle attività investigative, oltre alle predette gravi violazioni penali, contestavano anche ammende per un totale di euro 71.000 euro, oltre a sanzioni amministrative per oltre 22.000 euro.
Le indagini sul gruppo criminale continuano al fine di verificare se nell’affare illecito siano coinvolti altri sfruttatori, ma soprattutto se nella rete siano rimasti vittime altri soggetti.