CRONACA
Marche - "Mi hanno rapinata": ma si è inventata tutto e viene denunciata
19 Aprile 2022

La ricostruzione degli eventi deve partire da alcuni giorni fa quando una donna fermana, dopo essere tornata a casa, ha chiamato la sala operativa della Questura segnalando di essere stata vittima di rapina. La Volante, arrivata in poco tempo presso l’abitazione, ha acquisito i primi elementi utili per la indagini ed in particolare la ricostruzione della dinamica del reato e le indicazioni sugli autori del crimine che aveva lasciato la donna visibilmente scossa.

 

Circa due ore prima, la donna, come risultava dalle sue dichiarazioni, era uscita di casa a piedi per effettuare alcuni pagamenti delle utenze, portando con sé una busta contenente alcune centinaia di euro; improvvisamente era stata affiancata da una vettura con a bordo quattro soggetti travisati con cappuccio in testa e con la mascherina di protezione delle vie aeree, sulla fisionomia dei quali non era stata in grado di fornire indicazioni, uno dei quali dall’interno del veicolo, puntando nella sua direzione un oggetto scuro, potenzialmente una pistola, le aveva intimato, con poche parole elementari, di consegnare il denaro che aveva nella borsa.

 

La donna, intimorita e per evitare conseguenze, aveva estratto la busta e l’aveva consegnata al malfattore, vedendo poi la vettura che si allontanava celermente e non riuscendo, per la paura, a rilevare dati utili per l’identificazione del veicolo. Così cristallizzata dagli operatori della Volante l’evoluzione dei fatti narrati, la Squadra Mobile ha avviato le indagini per risalire ai responsabili del grave reato, avvenuto in un’area pubblica ed in pieno giorno e che ha giustamente scosso l’animo dei cittadini della comunità.

 

Acquisiti i video dell’arco temporale interessato, la Squadra Mobile ha analizzato ogni frame, individuando il tragitto percorso dalla donna e soprattutto gli orari dei suoi movimenti, seguendone le orme senza mai perderla di “vista”; un pedinamento digitale che ha, fin da subito, consentito di riassumere le fila delle attività investigative. Orari reali incompatibili con quelli dichiarati, tratti di strada del cammino effettuato non corrispondenti alle attestazioni della vittima, la sua non presenza nell’arco temporale indicato per il reato subìto nell’area di commissione della rapina hanno fatto sorgere ulteriori quesiti che necessitavano di risposte.
E come i passi seguiti, uno dietro l’altro, gli investigatori hanno evidenziato, una alla volta, le discrasie tra il denunciato e l’accertato.

La classica “prova del nove” è stata l’assunzione delle dichiarazioni del titolare di un esercizio pubblico il quale ha testimoniato che la donna si era intrattenuta nel locale per poco meno di un’ora, anche e proprio negli stessi minuti nei quali aveva dichiarato di essere stata rapinata. Probabilmente il senso di insicurezza e la paura nei cittadini derivati dal grave fatto reato, la notizia del quale è rimbalzata immediatamente, rimarranno ancora per qualche tempo ma resta il fatto che la donna è stata denunciata alla Procura della Repubblica per il delitto di simulazione di reato.

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