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La Squadra Mobile di Fermo, nell’ambito dello svolgimento delle numerose attività di indagine di iniziativa e su delega delle Procure della Repubblica, prosegue senza sosta anche nella ricerca dei complici del trentenne romeno, già sottoposto ad una misura di prevenzione del Questore, identificato quale responsabile di numerose rapine commesse a Lido San Tommaso e Porto Sant’Elpidio ed accompagnato la sera dell’8 febbraio scorso presso un Centro di Permanenza per il Rimpatrio
In pochi giorni, dall’inizio del mese di febbraio, una escalation delinquenziale nei confronti di persone in transito, donne e uomini, giovani ed anziani, spesso approfittando del buio per depredare con violenza e minaccia ogni loro bene utile per ricavare anche poche decine di euro, soldi, gioielli e telefoni.
Quando poi lo smartphone non era utilizzabile, perché protetto da password, in alcuni casi il complice raggiungeva nuovamente la vittima chiedendo non meno di 50 euro in cambio della restituzione
I due sodali di altrettante rapine sono stati di recente identificati e segnalati. Era la sera del 6 febbraio scorso, a Porto Sant’Elpidio, quando due soggetti in sella a due biciclette si sono avvicinati ad un gruppo di tre giovani. Uno dei due “ciclisti” ha chiesto ad uno dei ragazzi se gli offriva una sigaretta ma il giovane non fumava e quindi ha risposto negativamente; probabilmente al richiedente non è piaciuta la secca risposta e dopo alcuni attimi ha preteso dalla vittima designata la somma di 20 euro ed il telefono cellulare che il ragazzo aveva in mano.
Inutile il tentativo di evitare la sottrazione mettendoselo in tasca perché con mossa fulminea il ladro lo ha strappato dalla mano ed alla richiesta di restituzione del maltolto ha minacciato il giovane con la lama di una forbice, pronunciando dirette minacce di morte e, a dire di alcuni testimoni, mostrando, sotto il giubbino indossato, il calcio di una pistola inserita nella cintura dei pantaloni.
A poca distanza il complice, a guardia dell’azione criminale. I due soggetti si sono poi allontanati con le bici, anch’esse quasi certamente rubate, poiché sono state trovate abbandonate poco più avanti.
È stata una delle prime della serie di reati predatori violenti del trentenne romeno, analogo per modalità a quelli che sono poi seguiti; questa volta a Lido Tre Archi.
La modalità è quella di avvicinarsi ad un soggetto in transito, approfittando del buio e della scarsa presenza di persone nelle vicinanze, chiedendo alla vittima designata del denaro o qualcosa per una necessità personale; nel precedente caso una sigaretta mentre in questo alcuni euro per far benzina all’auto.
Alla risposta del malcapitato interlocutore di non aver denaro contante, l’immediata aggressione fisica per tentare di sottrargli il portafogli ed il telefono cellulare ma altrettanto immediata è stata la reazione della vittima la quale, pur cadendo a terra per la violenza fisica del rapinatore, è riuscita prima a non farsi depredare dei suoi valori e successivamente, grazie anche al sopraggiungere di altre persone che ha distratto il delinquente, a divincolarsi dalla presa del corpulento aggressore ed a fuggire dalla scena del reato.
Sarà stata la improvvisa reazione difensiva della vittima, l’inesperienza nella sua funzione di complice o la presenza di altre persone nelle vicinanze ma il soggetto che svolgeva l’incarico di palo non è intervenuto per aiutare il rapinatore come ha invece fatto alcuni giorni dopo nel corso della violenta rapina ai danni di un anziano che ha fruttato un bottino di pochi euro.
Anche questa volta dagli scarsi indizi forniti dall’aggredito, dalla conoscenza delle dinamiche criminali della zona e dagli elementi forniti dalla videosorveglianza cittadina sono derivate le fonti di prova per identificare, ancora una volta, il cittadino esteuropeo quale autore materiale della aggressione e della tentata rapina e un quarantenne africano, quale complice del primo, gravitante nella stessa zona e noto per aver commesso reati anche contro il patrimonio. I due soggetti sono stati segnalati alla Procura della Repubblica.