CRONACA
Marche - Sequestrati 38mila prodotti non sicuri, anche test anti Covid
10 Marzo 2022

La Compagnia della Guardia di Finanza di Fano, nel quadro di intensificazione del controllo economico del territorio disposto dal Comando Provinciale di Pesaro, anche al fine di meglio tutelare il consumatore e le imprese commerciali che svolgono in piena liceità la loro attività, nell’ultimo semestre ha sequestrato numerosissimi prodotti, posti in vendita al dettaglio, costituiti da articoli per la casa, prodotti da ferramenta, accessori moda, bigiotteria, accessori per la telefonia e perfino test antigenici rapidi per la rilevazione del Covid risultati non conformi alle norme del codice del consumo

 

In particolare, sono stati controllati numerosi esercizi commerciali: in nove di essi sono state rilevate violazioni del Codice del Consumo che hanno portato al sequestro di 38.178 prodotti, tutti non conformi alla normativa in materia di sicurezza e, dunque, potenzialmente pericolosi per la salute dei consumatori.
La commercializzazione di beni sul territorio nazionale richiede, infatti, l’obbligatoria indicazione, chiaramente visibile e leggibile, almeno della denominazione legale o merceologica del prodotto, del produttore o importatore,
del Paese di origine (qualora situato al di fuori dell’Unione Europea), dell’eventuale presenza di materiali o sostanze che possono arrecare danno all’uomo, alle cose o all’ambiente e dei materiali impiegati, delle istruzioni e delle
eventuali precauzioni e loro destinazione d’uso, ove utili ai fini della fruizione e della sicurezza del consumatore. Tali dettagli devono figurare sulle confezioni o sulle etichette dei prodotti nel momento in cui sono posti in vendita, eccezion fatta per le istruzioni, le eventuali precauzioni e le destinazioni d’uso che possono invece essere riportate su altra documentazione illustrativa da fornirsi in accompagnamento ai prodotti stessi.

I prodotti posti in vendita, di valore commerciale complessivo pari a oltre 20.000 euro, sono stati dunque sequestrati e ritirati dal mercato dalle Fiamme Gialle ed i relativi responsabili sono stati segnalati alla Camera di Commercio competente per la definizione delle sanzioni amministrative contestate, che prevedono sanzioni pecuniarie anche fino a 25.800 euro.

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