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Nell’ambito di un più ampio dispositivo di contrasto al finanziamento al terrorismo e all’indebito utilizzo del sistema finanziario, che ha interessato l’intera area costiera della provincia di Macerata, è stato eseguito un controllo antiriciclaggio nei confronti di un “money transfer”, gestito da un cittadino extracomunitario. Le attività ispettive hanno consentito di portare alla luce un sistema che ha permesso il trasferimento all’estero di ingenti quantitativi di denaro, eludendo i controlli previsti dalla normativa di settore.
In sostanza, sono state adottate tecniche di frazionamento (c.d. smurfing) degli importi da trasferire mediante l’utilizzo, da parte dei clienti, del sistema finanziario “multicanale” dei numerosi Istituti di pagamento nazionali ed esteri, allo scopo di aggirare i blocchi automatici adottati dai predetti istituti per evitare l’invio di importi superiori alla soglia di legge nell’arco di sette giorni.
L’espediente, illecito, di frazionare una somma più grande in tante più piccole, ha consentito di occultare la reale quantità di denaro trasferito, in modo da scongiurare che l’operazione potesse ingenerare sospetti nelle autorità di vigilanza e produrre una o più segnalazioni per operazioni sospette, proprio in virtù dei limiti quantitativamente previsti dalla normativa antiriciclaggio.
L’attività ispettiva, condotta attraverso l’impiego di un’articolazione specializzata nel settore dell’antiriciclaggio e che opera anche su delega del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma, ha preso in esame più di 33.000 operazioni di trasferimento di denaro eseguite in un arco temporale di un anno e mezzo, per un volume complessivo di oltre 10 milioni di euro, e ha permesso di accertare diverse violazioni, commesse sia dal titolare del money transfer che da numerosi clienti.
Nello specifico, il controllo ha consentito di acclarare l’acquisizione da 77 clienti, in una stessa data ovvero in un ristrettissimo arco temporale (massimo sette giorni consecutivi), di denaro contante per un importo pari o superiore ad euro 1.000, che è stato poi trasferito in favore di un medesimo beneficiario, ovvero di più persone, attraverso i circuiti finanziari degli istituti di pagamento nazionali e comunitari con i quali l’agente opera in qualità di mandatario. Le sanzioni previste, in tali casi, sia per l’Agente che per i clienti, ammontano a circa 4 milioni e mezzo di euro.
Inoltre, è emerso che diversi clienti hanno effettuato rilevanti trasferimenti di denaro che, seppure non eccedenti singolarmente la soglia di legge, erano destinati a un unico beneficiario: in relazione a tali fattispecie, all’Agente money transfer sono state contestate sanzioni amministrative per oltre 300 mila euro, in quanto ha omesso di effettuare le dovute segnalazioni di operazioni sospette agli organi competenti, come previsto dalla normativa antiriciclaggio.
Le risultanze dell’attività ispettiva sono state comunicate, tra gli altri, al Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze, deputato all’irrogazione delle sanzioni contestate e, in ragione della gravità delle stesse, all’applicazione della misura della sospensione, sino a tre mesi, dell’esercizio dell’attività.
Ulteriori accertamenti saranno svolti al fine di rilevare eventuali irregolarità anche sul piano fiscale.
Il controllo dei circuiti di pagamento alternativi al sistema bancario, degli strumenti di moneta elettronica e delle valute virtuali, che vede costantemente impegnati i Reparti della Guardia di Finanza, è indispensabile per individuare possibili operazioni di finanziamento di reti terroristiche, intercettare i capitali illeciti e contrastare forme di riciclaggio in grado di inquinare l’economia legale e di alterare le condizioni di concorrenza.