CRONACA
Marche - Strage della Lanterna Azzurra, oltre 26 anni di condanne nel processo bis
31 Marzo 2022

Oltre 26 anni di reclusione per sette imputati che hanno scelto il giudizio abbreviato nel processo bis sulla strage di Corinaldo, quello sulle responsabilità colpose che avrebbero trasformato la Lanterna Azzurra in una trappola mortale, con uscite di sicurezza inadeguate e una security evanescente.

 

Il gip Francesca De Palma ha ritenuto responsabili - per reati contestati a vario titolo di omicidio colposo plurimo, lesioni aggravate e disastro colposo -  sette imputati tra gestori del locale, proprietari dell’ex capannone agricolo adibito a discoteca e addetti alla sicurezza.

 

Quattro anni di reclusione la pena inflitta ad Alberto e Marco Micci, proprietari del capannone trasformato in discoteca; 5 anni di reclusione un mese di arresto per il deejay e organizzatore della serata, Marco Cecchini; 4 anni e 2 mesi per il socio della Magic Srl che gestiva il locale, Carlantonio Capone;  3 anni e 8 mesi inflitti a Gianni Ermellini, responsabile della security. Condannate a 3 anni di reclusione anche altre due proprietarie del locale, Mara Paialunga e Letizia Micci, per le quali la Procura aveva chiesto l'assoluzione. La Procura contestava una serie di irregolarità e mancanze rilevanti da parte dei gestori del locale, la sottovalutazione di un rischio reale con l’intento di speculare su giovani e giovanissimi che frequentavano la discoteca la notte dell’8 dicembre 2018, quando, in attesa di un deejay set con Sfera Ebbasta, persero la vita 6 persone (cinque minori e una mamma di 39 anni) e ne rimasero ferite oltre 200.

 

Stando alla ricostruzione dell’accusa quella sera nella discoteca di Corinaldo ci sarebbero state almeno 1032 persone nella sala principale, oltre il doppio rispetto alla capienza massima consentita di 459. Proprio. Cecchini avrebbe fatto stampare addirittura 6mila prevendite e per i pm, quella non era la prima volta che alla Lanterna Azzurra si oltrepassavano i limiti di capienza.

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