CULTURA E SPETTACOLO
E' morto Gerhard Roth, il "narratore dell'enigmatico"
09 Febbraio 2022

Lo scrittore austriaco Gerhard Roth, autore di romanzi dal pronunciato realismo e da un tono scientifico e quasi clinico nel descrivere eventi e stati d'animo dei protagonisti delle sue opere spesso dalle tinte gialle, è morto, nella serata di martedì 8 febbraio, a Graz all'età di 79 anni a causa di una grave malattia. Ha lavorato fino all'ultimo per scrivere un testo autobiografico: i ricordi di un osservatore del mondo che è stato affascinato dall'enigmatico per tutta la vita. Roth ha iniziato la sua opera di narratore nel segno della sperimentazione linguistica, tipica anche della "Wiener Gruppe" (Gruppo viennese) di cui fu seguace.

 

 

"L'autobiografia di Albert Einstein" (1972) e "La volontà di essere malato" (1973) disegnano una forma di esistenza psicopatica che capovolge l'interpretazione convenzionale della realtà. Gli eroi dei romanzi successivi, più realistici ("L'orizzonte vasto", 1974; "Un nuovo mattino", 1976; "Viaggio d'inverno", 1978), soffrono per un tormentoso senso di straniamento, che distrugge i meccanismi rassicuranti delle abitudini sociali. Tra i romanzi successivi figurano "Il lago" (Marcos y Marcos, 1999) e "Viaggio d'inverno" (Lubrina Bramani Editore, 2001): il ricorso al giallo è la modalità narrativa scelta da Rorth per smascherare ogni velleità realistica della trama. Nato il 24 giugno 1942 a Graz, secondo la volontà di suo padre, un medico, Gerhard Roth si iscrisse alla facoltà di medicina della sua città ma interruppe gli studi nel 1967. Dal 1966 al 1977 ha lavorato come programmatore e responsabile organizzativo presso il Computer Center di Graz per guadagnarsi da vivere oltre al suo lavoro letterario. Dai primi anni '70 ha pubblicato prosa sperimentale e si è anche cimentato come drammaturgo, fino a dedicarsi all'attività di romanziere a tempo pieno. 

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