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Lo storico Palazzo Sangallo è stato animato la scorsa domenica da due eventi all’insegna del Jazz che hanno fatto registrare ottima affluenza e grande apprezzamento da parte del pubblico. Nell’atrio dell’antico edificio numerose persone hanno potuto visitare ed ammirare la mostra fotografica "Essential Soundtrack" a cura del professor Enzo Calcaterra che in quasi 60 scatti ha documentato con certosina accuratezza la storia musicale di Tolentino.
Attraverso la galleria di immagini, che è rimasta esposta anche lunedì 1 maggio, si è potuto risalire alle radici del jazz nella cittadina marchigiana partendo dalla prima Big Band, alla fine degli anni Venti, fino ad arrivare alle formazioni più recenti come la Tolentino Jazz Orchestra.
Sempre a Palazzo Sangallo ha avuto luogo nel pomeriggio del 30 aprile un secondo evento, anche questo organizzato da “Tolentino Jazz”, a coronamento delle celebrazioni per l’International Jazz Day, ma anche in coincidenza con il sesto anno di attività dell’associazione musicale e culturale che ha saputo lasciare un segno positivo nel territorio con le tre edizioni del suo festival al Castello della Rancia e con il nuovo format itinerante “ Borghi in Jazz”, giunto al suo terzo anno di programmazione.
Nell’elegante Salone delle Feste del Circolo Cittadino un folto pubblico ha decretato con calorosi applausi il successo di “I Love Gershwin” interpretato dalla cantante Claudia Aliotta in duo con il pianista Sebastiano D’Onofrio. Interessante, gradevole, ma soprattutto pregevole e accattivante nella sua veste musicale, il recital ideato dalla musicista siciliana, autrice anche dei testi, ha ripercorso, fra storia e simpatici aneddoti, i grandi classici e la carriera del noto compositore americano.
Scapolo impenitente, ma anche straordinario pianista e musicista, Gershwin ha regalato al mondo meravigliose canzoni scritte per tanti indimenticabili musical insieme al fratello Ira, ma anche capolavori come “Rapsodia in Blue” e “Un americano a Parigi”.
Dal gradevole swing di “But not for me” all’intrigante e spiritoso “Slap that Bass”, passando per ballad come la delicata “Someone to Watch over me”, la bluesy “The Man I Love” ed “Embreaceble you”, trasformata in jazz waltz, il concerto monografico ha avuto il suo culmine con due estratti da “Porgy and Bess” dalle tinte blues, l’ironica “Ain’t necessary so” e la celeberrima “Summertime”.
Claudia Aliotta ha sfoggiato naturale charme interpretativo e una vocalità raffinata e versatile, densa di sfumature espressive, supportata egregiamente da Sebastiano D’Onofrio che si è messo in luce per la padronanza tecnica, gli arrangiamenti armonicamente ricchi e l’abilità nelle improvvisazioni, all’insegna di un pianismo brillante, capace di passare con disinvoltura dallo stile stride al comping, sempre in sintonia con la cantante sia dal punto di vista ritmico che dinamico.
L’affiatato duo ha concluso il concerto con “Love is here to stay”, brano che Gershwin non riuscì a portare a termine a causa della sua prematura morte a soli 39 anni, e la briosa ricetta musicale di “I Got Rhythm” con un finale coinvolgente all’insegna del buonumore, seguito da un acclamato bis.