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Fra trascinanti percussioni e iperboliche escursioni pianistiche ha preso il via lo scorso giovedì la III edizione di “Borghi in Jazz” con l’entusiasmante live del Roberto Gatti Quartet e del pianista venezuelano Benito Gonzalez, special guest della serata. Organizzato da Tolentino Jazz ed anteprima del Sant’Elpidio Jazz Festival, il concerto è stato un inebriante viaggio fra ritmi e sonorità latino americane nella prima parte e l’esuberante pianismo di Gonzalez nella seconda.
Il Roberto Gatti Quartet ha aperto la sua esibizione con “Puccini Danzon - Cuando me’n vo”, un’accattivante rivisitazione della celebre aria della Boheme, trasformata, dall’originario valzer, nello stile della più importante danza cubana per mano del percussionista e batterista Mario Rodriguez. Sin dal primo brano le congas di Roberto Gatti con le loro affascinanti poliritmie si sono intrecciate con la batteria di Rodriguez, un dialogo ricco di vitalità e carico di energia che è emerso anche nelle successive “Gatti Song” e “Chachaqua”, raggiungendo il culmine nella folgorante improvvisazione dell’eccellente coppia in “La Comparsa” di Lecuona. Sul palco con Gatti non poteva che lasciare il segno il tocco, l’estro e il carisma del pianista Manuel Magrini, formidabile nell’elaborazione dei soli, eclettico nel fondere il suo strumento nelle architetture ritmiche senza rinunciare alla ricchezza armonica ed espressiva che sono alla base del suo impareggiabile e personale stile.
Il bassista Danilo Fiorucci, importante supporto del gruppo, si è messo in luce in diversi soli, completando un team di altissimo livello che ha saputo catturare l’attenzione della platea con il suo ammaliante sound latino americano. Gatti, rinomato percussionista umbro che vanta collaborazioni con artisti di fama internazionale come Quincy Jones, Dee Dee Bridgewater, Take 6, Pedrito Martinez Group e Armando Manzanero, ha presentato diverse composizioni tratte da “Amanolibera”, un progetto di notevole spessore realizzato insieme al batterista Mario Rodriguez, che ha firmato con lui diversi brani in cui i ritmi afro-caraibici e sudamericani si sono mescolati con l’essenza del Jazz.
Momento clou della serata è stata l’esibizione di una stella di prima grandezza come Benito Gonzalez, pianista e compositore, che vanta collaborazioni con musicisti di fama mondiale, dai maestri americani del jazz come Kenny Garrett e Azar Lawrence, a musicisti dell’Africa occidentale e latini. Gonzalez ha ipnotizzato il pubblico con il suo pianismo straripante, moderno e percussivo, una forza della natura sempre sorridente nelle sue acrobazie al pianoforte, con i suoi flussi inarrestabili di note, oratoria musicale per intenditori, eloquenza ricchissima dotata di una sua personale cifra stilistica sia armonica che ritmica. L’artista venezuelano ha aperto il suo travolgente show con “Fly with the Wind” di McCoy Tyner, seguito dal poderoso “Views of the Blues” tratto dal suo ultimo album “Sing to the World” insieme ad una gemma come “Smile” intarsiata su un micro tema ostinato che passando dal pianoforte al basso si è espanso in un turbine ossessivo ed dinamico.
Lungo ed esaltante anche “Safari”, sempre firmato da Gonzalez, in cui è emersa un’avvincente ed appassionata vena blues. Sul palco con lui hanno fatto squadra con grande affiatamento uno straordinario Rodriguez, sfavillante e irrefrenabile con la sua batteria, anche nei soli, e Gabriele Pesaresi al contrabbasso, che ha potuto sfoggiare tutta la sua maestria nelle improvvisazioni, oltre che nell’affiancare brillantemente e in piena sintonia il bandleader. Il concerto si è concluso con Roberto Gatti nuovamente sul palco stavolta però con il trio di Gonzalez con un ultimo brano di grande impatto; bis conclusivo del fantastico concerto una versione fast di “Giant Steps” di Coltrane.
(Foto di Viviana Falcioni)