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Inaugurazione in grande stile per la stagione jazz del Politeama con le affascinanti narrazioni musicali dell’ensemble “Modalità Trio”. Massimo Moriconi, Ellade Bandini e Nico Gori, figure di spicco del jazz internazionale, hanno conquistato la platea con il loro “sound appeal” ed un carismatico gioco di squadra all’insegna di un raffinato ed emozionante interplay. Sul palco del Politeama i tre fuori classe hanno dato vita ad una pregevole performance di jazz cameristico di notevole livello, essenziale e sperimentale nella sua dimensione “pianoless”, improntata al libero intreccio dialogico delle voci strumentali. La serata, organizzata in collaborazione con l’associazione Tolentino Jazz, è stata aperta dal “Line for Lyons”, brano del 1952 di Gerry Mulligan dedicato al disc jockey Jimmy Lyons, co-fondatore del Monterey Jazz Festival; subito dopo il trio ha fatto un balzo indietro negli anni ’40 con un classico di Fats Waller, “The Jitterbug Waltz”, standard incluso nel recente disco “MEN”, gioiello musicale inciso dalla formazione per l’etichetta Encore Music e presentato ad Umbria Jazz. In un’atmosfera intima ed avvolgente lo spazio improvvisativo ha visto alternarsi il “Premio Urbani” Nico Gori, al clarinetto e al sax, con il suo suggestivo e poetico flusso di rielaborazione motivica, non privo di citazioni, gestito magistralmente sotto ogni aspetto, con Massimo Moriconi, funambolico prestigiatore con il suo contrabbasso, capace di intessere un linguaggio versatile e coinvolgente, ricco di guizzi e tocchi geniali. In questo intenso e stimolante dialogo fra fiati e corde, Ellade Bandini è stato collante e motore, con il fascino discreto ed intramontabile delle spazzole, groove da vendere ed incastri ritmici gestiti con la classe e l’eleganza del maestro. Gli scambi fra i tre hanno messo in evidenza una perfetta sintonia, alimentata da una visione musicale di insieme dinamica ed in continua evoluzione che per tutto il concerto è stata il fulcro del lavoro di interpretazione sui brani in programma, affrontati con un approccio spontaneo e giocoso, ma regalando al contempo esecuzioni dallo spessore musicale altissimo. Quasi con un carattere di happening estemporaneo il viaggio del mitico terzetto ha toccato via via celebri standard come “Tea for Two” e “Bluesette”, trasformandoli in un avvincente caleidoscopio di arabeschi sonori e fantasiose finestre oltre le regole del consueto, superando e colmando la mancanza del tradizionale supporto di uno strumento armonico. Nel finale un classico della canzone italiana “Ma l’amore no”, dedicato a Renato Sellani e “Mack the Knife” come bis, hanno chiuso in bellezza il prestigioso evento all’insegna di un jazz innovativo forgiato da grandi artisti.
(foto di Paolo Biancofiore)