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Il tempo si è fermato sotto l’incantesimo di Johnny O’Neal, pianista e cantante americano leggendario che ha concluso lo scorso sabato il suo tour europeo al Politeama accompagnato da Josh Ginsburg al contrabbasso e Piero Alessi alla batteria. Istrionico e sensibile, irrefrenabile con le sue escursioni velocissime sulla tastiera del pianoforte e crooner dalla voce calda e profonda, O’ Neal ha dato vita ad uno show coinvolgente ed emozionante spaziando da grandi classici degli anni ’30 fino al pop degli anni 90.
L’artista di Detroit ha esordito con “A Hundred Years from Today” seguita subito dopo da “ Slow Hot Wind”, cult di Henry Mancini, ed è stato immediatamente chiaro di essere in presenza di una personalità carismatica capace di far vivere la vera essenza del jazz in tutte le sue sfumature passando da approcci main stream al bebop di Charlie Parker con “Doxy”. Nel corso del concerto O’Neal si è ricavato uno spazio di piano solo in cui ha interpretato fra gli altri evergreen come “Smoke Gets in Your Eyes” e affascinato il pubblico con le sue iperboliche improvvisazioni e rivisitazioni sui brani scelti con un pianismo esuberante, virtuosistico e poliedrico, ricco di sfumature dinamiche. Nella sua performance O’Neal ha incarnato l’anima più autentica del bluesman, ammaliato per la profondità espressiva con cui ha proposto alcune eleganti ballad e divertito con le sue piccole gag al pianoforte. Abilissimo nello scat, affabile comunicatore, capace di lanciare un “call and response” al pubblico nel mezzo di un blues, cantante tanto raffinato, quanto incisivo e appassionato, O’Neal ha compiuto con il suo concerto il grande miracolo di trasportare il pubblico nella dimensione unica e palpitante di un jazz club newyorkese. Sul palco con lui Josh Ginsburg, contrabbassista di altissimo livello internazionale, ha catturato l’attenzione con la sua tecnica impeccabile e le sue pregevoli improvvisazioni fluide, estrose e ben articolate. Piero Alessi, giovane e talentuoso batterista siciliano trapiantato a New York, non ha di certo sfigurato, anche se circondato da grandi personalità, e si è messo abilmente in evidenza sia nel gioco di squadra che nei suoi soli, sfoderando doti musicali di notevole spessore ed eclettico linguaggio ritmico nei suoi brillanti interventi. Nella parte conclusiva del concerto Johnny O’ Neal si è cimentato in “Tight”, brano cantato anche da Betty Carter e Kurt Elling e “Savin All My Love for You”, successo di Whitney Houston, per approdare infine in una superba interpretazione di “George on my Mind”, cavallo di battaglia di Ray Charles. La straordinaria esibizione del Johnny O’Neal Trio, sotto il segno di Rat Pack Music e in collaborazione con l’Associazione Tolentino Jazz, non poteva che concludersi con il bis. Il fantastico musicista ne ha concessi ben due e con “Morning” di Al Jarreau e la celeberrima “Smile” di Charlie Chaplin ha concluso magicamente come aveva iniziato il suo indimenticabile concerto.