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Ad un anno dal Covid, possibili disturbi all'olfatto per oltre il 20 per cento dei pazienti
08 Febbraio 2022

Le alterazioni dell'olfatto rappresentano uno dei sintomi più comuni della sindrome da Long Covid. Tra il 20% ed il 25% dei pazienti lamenta, infatti, disturbi dell'olfatto anche dopo un anno dall'infezione da Sars-CoV-2. A fare chiarezza sul fenomeno sono i risultati di uno studio prospettico, primo al mondo, condotto su 152 pazienti e coordinato da Arianna Di Stadio, professore associato di Otorinolaringoiatria all'Università di Catania. Alla ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica 'Brain Sciences', ha partecipato Angelo Camaioni, direttore del Dipartimento testa-collo e della Uoc Otorinolaringoiatria dell'azienda ospedaliera San Giovanni-Addolorata.

 

Nel dettaglio i risultati chiariscono che ben il 32,8% dei pazienti ha presentato anosmia (perdita dell'olfatto, Ndr), il 16,4% iposmia (parziale riduzione del senso dell'odorato), il 6,6% parosmia (allucinazione olfattiva)/cacosmia (erronea percezione di un odore reale) e il 32,8% una combinazione di iposmia e parosmia. Solo il 4,6% ha sofferto esclusivamente di cefalea, mentre l'1,4% cefalea e confusione mentale come sintomi d'esordio. In particolare, la cefalea era riportata dal 50% dei pazienti e la confusione mentale dal 56,7%. "L'alterazione dell'olfatto e il coinvolgimento cognitivo sono caratteristiche comuni della sindrome da Long Covid. La confusione mentale - spiega Camaioni nello studio - spesso descritta come 'brain fog', potrebbe influenzare l'olfatto alterando il ricordo degli odori o attraverso un meccanismo condiviso di neuroinfiammazione. Abbiamo indagato la confusione mentale, la cefalea e la funzione cognitiva in pazienti adulti con disfunzione olfattiva persistente dopo infezione da Sars-CoV-2. Questo studio trasversale multicentrico ha arruolato 152 adulti che riferivano disfunzione olfattiva afferenti a 3 centri terziari specializzati in disturbi olfattivi da Covid-19. Criteri di inclusione sono stati l'alterazione olfattiva dopo infezione da Sars-CoV-2 persistenti per oltre 6 mesi dall'infezione, età maggiore di 18 anni e inferiore a 65 anni". 

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