ECONOMIA
Federmetano: "Nelle Marche già chiusi oltre 40 punti vendita, situazione allo stremo"
16 Marzo 2022

"Oggi sul territorio nazionale si contano 220 impianti di distribuzione di metano per autotrazione - su 1.529 totali - che, a causa della complessa e drammatica congiuntura geopolitica culminata nella guerra in Ucraina, sono costretti a erogare gas naturale a un prezzo di vendita al pubblico superiore ai 2,999 euro/kg (fonte Osservaprezzi carburante). Molti di questi impianti sono stati costretti a chiudere, o sono prossimi alla fine dell'attività".

 

A lanciare l'allarme è Federmetano sottolineando che "la situazione è talmente grave che un terzo della rete distributiva della Toscana è già chiusa. Stessa cosa per quello che riguarda le Marche, dove sono oltre 40 i punti vendita non più operativi". Per non parlare della Sicilia: "qui oltre 10 impianti si sono dovuti fermare e sono rimasti ormai solo uno o due punti vendita effettivamente funzionanti, perché quando gli impianti vendono il gas a tre euro e mezzo al chilo è come se fossero chiusi. Preoccupante anche il quadro della Campania. Non mancano casi drammatici di operatori sull'orlo del fallimento. Uno scenario allarmante, a fronte del quale il governo si è mostrato finora assente e sordo agli appelli che da mesi gli stiamo rivolgendo, non considerando le proposte che da ottobre stiamo indicando per salvaguardare il settore, prima fra tutte la riduzione dal 22 al 5% dell'Iva".

 

"Un Governo che oggi sta studiando provvedimenti perché da due settimane i prezzi di benzina e gasolio sono saliti del 35%, ma che ignora da ormai sei mesi il settore del metano per autotrazione, impegnato a combattere per la sopravvivenza a causa del prezzo del gas aumentato di 6-9 volte. Abbiamo a che fare con una situazione destinata ad aggravarsi, se non si interviene immediatamente con misure a sostegno del settore. Parliamo di un comparto che conta oltre 1.500 punti vendita , che distribuiscono su tutto il territorio nazionale non solo metano di origine fossile ma - per il 30% - biometano, che in pochi anni potrebbe sostituire totalmente il gas naturale di origine fossile, rispondendo anche alla necessità di limitare la nostra eccessiva dipendenza energetica dall'estero" conclude Federmetano.

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