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Nessuna interruzione nella produzione, né programmate per l'immediato futuro per gli stabilimenti del Gruppo Fedrigoni, compresi quelli nelle Marche: Fabriano, Sassoferrato, Castelraimondo e Pioraco.
Anche se la produzione di carta è un settore estremamente energivoro e ha quindi molto risentito dell'aumento del costo dell'energia elettrica e del gas, che è andato ad aggiungersi a quello delle materie prime cominciato già a marzo 2021 (cellulosa, plastica e materiali chimici, cresciuti tra il 20 e il 50%),
"Fedrigoni è intervenuta in maniera preventiva su tutta la supply chain proprio per evitare interruzioni nella fornitura di materie prime, pianificando acquisti e facendo scorte, e questo ha permesso di evadere tutti gli ordini, anche grazie a una rete distributiva proprietaria, con magazzini dislocati in tutto il mondo, che l'ha resa autonoma dai grossisti", evidenzia l'ad Marco Nespolo.
In più, "i progetti di efficientamento e di riduzione dell'uso dell'energia nella produzione hanno poi attutito il colpo del caro-bollette". Tuttavia, "è stato inevitabile trasferire una parte dei costi sui clienti, aumentando i prezzi del 10-12%". Per il futuro "noi siamo i primi produttori al mondo nelle etichette per i vini di alta gamma e i primi in Europa per il packaging dei grandi brand del lusso e della moda, settori di nicchia che sono riusciti ad assorbire questi costi. Se però la situazione dovesse protrarsi ancora a lungo, anche a causa della guerra in Ucraina, molte piccole e piccolissime imprese che erano riuscite finora a rimanere a galla pur tra mille difficoltà rischierebbero il tracollo, e l'aumento dei prezzi al consumo già minati dall'inflazione finirebbe per vanificare i benefici della ripresa economica e industriale", conclude Nespolo.