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Dal gruppo consiliare "San Ginesio Comunità Condivisa" riceviamo
Nella seduta consiliare prenatalizia era all’ordine del giorno la discussione del Bilancio di Previsione. Il gruppo Consiliare ha deciso di abbandonare l’aula prima della discussione dello stesso in quanto i tempi di convocazione e gli allegati ricevuti, non erano sufficienti a permetterne lo svolgimento.
Nei giorni precedenti all’Assise, a nulla sono valsi i tentativi di richiesta degli allegati analitici delle proposte di spesa e di entrate, indispensabili per una corretta valutazione del bilancio preventivo e per proporre eventuali emendamenti; allegati che dovrebbero, secondo il regolamento di contabilità in vigore presso il Comune di San Ginesio, essere consegnati insieme a tutta la documentazione almeno 7 giorni prima della discussione; una eventuale consegna tardiva, con quale eravamo addirittura propensi a sorvolare sulla notevole riduzione dei giorni garantiti dal regolamento per effettuare gli emendamenti. Prima della discussione del punto riguardante l’approvazione del bilancio di previsione, il capogruppo ha quindi posto la questione pregiudiziale, che è stata poi respinta dalla maggioranza, richiamando la violazione degli articoli per le tempistiche di convocazione e per la non consegna degli allegati adeguati. Di fronte all’ennesima mancanza di rispetto verso il Consiglio comunale e verso tutti i consiglieri che lo compongono, abbiamo deciso di non prendere parte alla discussione e abbandonare l’aula.
La decisione di abbandonare l’aula è stata maturata solo dopo aver tentato con ogni mezzo di ottenere un dialogo con la maggioranza, dalla richiesta di incontri, alla richiesta di integrazioni; tutti tentativi che hanno ricevuto “niet” da parte del Sindaco e dell’amministrazione. Cosa intenda il sindaco per “voglia di collaborare” proprio non ci è comprensibile. A nostro avviso la “voglia di collaborare” per una minoranza risiede nella puntualità, nell’arricchire il consiglio di diversità di opinione e di visione, nel fornire il miglior aiuto possibile all’amministrazione, pur rimanendo in “opposizione”. Non si tratta di un’omologazione cieca né di un cieco atto di fede su quanto propone la maggioranza: si deve poter decidere e votare avendo tutti gli elementi per farlo responsabilmente, si deve poter discutere dei problemi con un confronto reale e rispettoso delle posizioni altrui.