POLITICA
Marche - Procaccini (Pci): "Nelle Marche è in atto un attacco alla sanità pubblica"
08 Novembre 2022

Da Cesare Procaccini, segretario Federazione provinciale Macerata del Partito Comunista Italiano, riceviamo

 

La pandemia ha messo drammaticamente in evidenza i guasti causati dalla privatizzazione della sanità pubblica arrivando fino al paradosso che la precedente Giunta regionale a guida Pd ha chiuso, durante il suo mandato, tredici ospedali pubblici e poi la nuova Giunta di Destra ha "dovuto" ricorrere a Bertolaso e ai Cavalieri di Malta come salvatori della Patria per attrezzare i padiglioni della " fiera" di Civitanova Marche come ospedale Covid.

L'attuale situazione della carenza dei medici nei pronto soccorso è conseguenza di tale politica di attacco alla sanità pubblica. Ciò riguarda tutta l'Italia ma poi nella declinazione regionale, come si evidenzia nelle Marche c'è un'ulteriore differenza tra provincia e provincia e tra zona e zona.

E' ovvio che gli ospedali riuniti di Ancona Torrette soffrano "meno" di tale carenza in quanto li è concentrata più popolazione e più alta specialità meno ovvio lo è per l'Azienda ospedaliera Marche nord dove a distanza di una manciata di chilometri tra Fano e Pesare esistono due ospedali di alta specialità con due pronto soccorso H 24.

In questo contesto, che sta generando tra i cittadini una guerra tra poveri, il sud delle Marche è in una situazione drammatica e non fa eccezione la provincia di Macerata dove non solo si fa ricorso alle cooperative o a contratti con la facoltà di Medicina per coprire la carenza di medici, ma è prassi che a fronte di ciò partano le ambulanze del 118 con soli infermieri.

Ora assistiamo allo scaricabarile della Giunta di Destra Acquaroli sui "governi di prima". E' giusto ma è anche una ipocrisia per mettersi la coscienza in pace in quanto si continua a dare centinaia di milioni alle cliniche private finanziate con i soldi pubblici ed anche il numero chiuso nelle facoltà di Medicina è dentro questo attacco alla sanità pubblica confermato dal Governo Meloni e portato avanti dalla Giunta Acquaroli con il nuovo piano sanitario regionale.

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