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Da Silvia Luconi, Monia Prioretti e Silvia Tatò (Consigliere comunali Tolentino nel Cuore) riceviamo
Non saremo di certo noi a dire chi deve restare e chi deve andare; l’amministrazione Sclavi governa e dunque sceglie e decide.
Ci auguriamo che i ragazzi di Zagreus che con tanto entusiasmo nel 2021 hanno bussato alle porte del comune per dire “noi sappiamo fare questo e ci piacerebbe farlo”, non diventino oggetto della querelle politica tolentinate. Sono giovani, hanno voglia di fare, hanno dimostrato estrema competenza nel loro modo di proporsi culturalmente alla città e non possiamo fare a meno di esprimere nei loro confronti il nostro più grande augurio di buon lavoro.
Ci saremmo però aspettate un modus operandi diverso da un’amministrazione comunale che ha speso gran parte della campagna elettorale a parlare di unità e condivisione, di “concorsi d’idee” come metodo di lavoro, di “partecipazione della cittadinanza” anche a proposito di turismo. Ci saremmo aspettate un confronto tra tutte le organizzazioni della città che a vario titolo si occupano di cultura e turismo e che invece non sono state minimamente coinvolte. O forse la “cittadinanza attiva” e la “democrazia partecipata” sono solo belle parole da scrivere in un programma elettorale, ma che poi non è facile o non conviene mettere in pratica?
Quello che ci dispiace è che un’amministrazione comunale che ha duramente criticato il passato perché ritenuto divisivo visto che, a suo parere, le decisioni venivano prese in autonomia senza nessun ascolto e confronto, abbia da un giorno all’altro messo alla porta una persona che, piaccia o no, ha servito la città per 30 anni. E lo ha fatto senza preavviso rifiutando, in base a quanto dichiarato, tutte le richieste di incontro, con una modalità che la stessa amministrazione aveva sempre criticato, dimostrando che a parole si dicono delle cose, nei fatti ci si comporta in altro modo. A quella stessa persona, non più di un mese fa, è stato detto, sopra un palco e davanti a 300 persone, che “insieme si può fare tanto”; a questo punto è evidente che era pura recitazione.
Siamo consapevoli comunque che, come dichiarato da Mattioli stesso, la sua testa era sul tavolo e lo era dal 2017; la prova poi fu l’assalto alla proloco fatto da molte di quelle persone che oggi ricoprono cariche in giunta e in consiglio, tra gli altri.
Quello che auspichiamo è che i giovani ragazzi di Zagreus siano messi nelle condizioni di lavorare e di lavorare bene, con serenità e senza alimentare astio, in collaborazione e con la giusta sinergia con tutte le altre associazioni tolentinati come Ricreo ad esempio, di recentissima creazione, ma anche come Mood, Tolentino Arte e cultura, Tolentino Jazz, Il Dono dei Ceri e la stessa Proloco tradizionale che apprendiamo continuerà a svolgere il suo lavoro di organizzazione di eventi cittadini con una nuova sede (oltre alle tantissime altre realtà associazionistiche che da anni si occupano di cultura, di tradizione, di eventi vari che non citiamo solo per motivi di spazio).
Leggiamo di una determina di oggi sul censimento delle associazioni. Bene, un buon passo. Se fatto prima forse avrebbe avuto tutto un altro senso. La pezza è peggiore del buco.
Sarebbe interessante inoltre sapere cosa l’amministrazione comunale intende fare con la Proloco 2.0.
La città ha bisogno di ogni organizzazione per parlare con tutta la popolazione e non solo con chi predilige Albano o i Maneskin. E questa sinergia la deve creare l’Amministrazione, perché “la diversità è ricchezza” e lo hanno detto per mesi.