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La risalita di Covid-19 "è purtroppo un dato abbastanza confermato in tutta Europa. La speranza" del virologo Fabrizio Pregliasco, docente all'università Statale di Milano, "è che si possa trattare solo di un'onda di rimbalzo" più che di una quinta ondata epidemica vera e propria, "e soprattutto che l'aumento dei positivi non si ripercuota in modo particolarmente rilevante sull'occupazione degli ospedali. Ma per valutare il destino" di questa inversione della curva "serviranno 10-15 giorni", spiega il medico: un periodo di tempo che dovrebbe bastarci "per capire se questo incremento di casi comporterà un appesantimento anche dal punto di vista dei ricoveri in area medica e in terapia intensiva". Certo è che "questa cosa ci spiazza un po'", ammette Pregliasco.
"Avremmo detto che" quello di Covid da qui in avanti "sarebbe stato un andamento più stagionale, di presenza endemica del virus, però con uno scivolamento verso il basso". Invece che cosa è successo? Innanzitutto "queste Omicron 2 e 3", varianti 'sorelle' dell'Omicron originaria, "sono contagiosissime", osserva l'esperto. Poi ci sono "i bimbi poco vaccinati, gli sbalzi termici" di una stagione di mezzo che non è più inverno e non è ancora primavera. In generale "vedo una 'rilassatezza dei costumi'", sottolinea il virologo. Il focus comunicativo si è spostato tutto sulla guerra in Ucraina e, insieme al "miglioramento oggettivo delle scorse settimane", ha alimentato l'idea del 'tutto finito'; ha fatto sì che "in molti schivino le vaccinazioni e le dosi booster perché 'tanto adesso a che serve'", e ha condizionato i comportamenti lasciando Sars-CoV-2 più libero di agire. Ma il virus è tra noi e, sottovalutato, ha rialzato la testa.