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"Ci sono sette casi medici" tra i 38 naufraghi trasportati ad Ancona dalla nave umanitaria Geo Barents di Medici senza frontiere e alcune persone "verranno portate in ospedale".
Lo riferisce Riccardo Gatti, responsabile della gestione del soccorso in mare a bordo della nave che lascerà Ancona tra stasera e domani.
"38 persone sono un numero piccolo - afferma - per le tante miglia che abbiamo percorso, evidentemente avremmo potuto sbarcarle con nostri gommoni in qualsiasi altro porto"; "dall'inizio delle nostre operazioni, da metà del 2021 con questa nave abbiamo soccorso più di 7mila persone nel Mediterraneo".
I naufraghi sulla Geo Barents, tra cui un minore, che verranno accolti in strutture marchigiani, dice il capomissione Msf, "erano giorni in navigazione da circa due giorni, quasi 40 su una barchetta che faceva venire la pelle d'oca". "Ancora una volta assegnato un porto lontano come destinazione? Non ce lo spieghiamo, a questo dovrebbe rispondere chi prende queste decisioni, - risponde Gatti - Ribadiamo che violano le convenzioni, le norme a livello internazionale e di regolamenti europei. Quello che sta succedendo è che purtroppo la conseguenza dei porti così lontani vuol dire la mancanza di presenza degli assetti di soccorso, come la Geo Barents nelle zone dove avvengono i soccorsi - e se questi soccorsi non ci sono, avvengono i naufragi".
Sull'ultimo naufragio in Grecia, spiega, "quella non è una zona che pattugliamo: c'è chi porta a termine i soccorsi che è la guardia costiera greca. Noi operiamo dove non c'è nessuna guardia costiera". "C'è un assetto militare, la guardia costiera Libica. - prosegue - che è stato dimostrato che non solo non porta a termine soccorsi, ma quello che mette in atto sono dei respingimenti, perché le persone vengono riportate in un luogo che non è sicuro qual è la Libia".