ATTUALITÀ
Muore a 47 anni mentre cerca di rubare bottigliette d'acqua: si scatena l'odio del web
21 Aprile 2022

Stava cercando di rubare delle bottigliette d'acqua dal retro di un supermercato, ma il bancale da 9 quintali gli è caduto addosso uccidendolo.

E' stata questa la tragica fine di un 47enne morto il giorno di Pasquetta a Cattolica, in provincia di Rimini, che è stato travolto da un bancale di 9 quintali.

 

Una tragedia che ha scatenato sui social una serie di commenti densi di sadismo e macabra ironia, tanto che è intervenuta la vice sindaco di Rimini, Chiara Bellini, a prendere le difese della vittima. I leoni da tastiera l'hanno fatta indignare e si è scagliata con ferocia contro chi, invece di provare compassione e pietà, ha scatenato il peggio sfoggiando «un registro di volgarità, disumanità e violenze verbali di ogni tipo».

«Davanti a una persona morta - scrive la vice sindaco Bellini -. Senza più pietà, in uno scenario di impoverimento anche linguistico che non è mai solo una questione personale, ma anche e soprattutto di etica democratica o più brutalmente di cosa stiamo diventando e siamo già diventati». Bellini riporta anche un estratto di quanto è stato pubblicato, senza troppe riserve, sui social contro Umberto Sorrentino, la vittima, un disoccupato, filmato dalle telecamere di videosorveglianza del supermercato mentre cerca di appropriarsi delle bottiglie e viene schiacciato. 

 

 

 

Ecco alcuni dei commenti degli utenti online che l’amministratrice comunale ha voluto citare: «L’ennesima morte sul “lavoro”», «altissima purissima levissima», «se l’ha proprio cercata’ (sì, avete letto bene, proprio così …”se l’ha…”)», e poi un susseguirsi di faccine sorridenti e pollici in su, qua e là inframezzato dal classico «basta buonismo» - scrive il vicesindaco che commenta -. Un crescendo indegno di accanimento insensato. Per Bellini, che precisa come ha riportato «per pudore e sintesi solo una piccola parte», si tratta di «un bieco frasario dell’orrore».

 

 

«Viene da chiedersi da dove provenga questo livore spropositato, ma soprattutto, da interrogarsi per capire i motivi della deriva di una società che non esita neanche più un secondo a condividere pubblicamente parole che non si sa da quale antro personale provengano». Per Bellini: «La pietà, o la compassione si sono tramutate, prima nel linguaggio e poi nei comportamenti, in una ricerca ossessiva dello 'star bene da soli', senza gli altri, anzi, contro gli altri».

 

 

 

Un odio che va combattuto «per sradicare modelli culturali violenti, ma anche per dare rispetto alla vita umana e un senso al sentirsi e percepirsi come comunità». 

Ultime notizie